«C’era una porta»: le storie dei calciatori diventano favole per bambini
C’era una volta un ragazzo a cui dicevano che non avrebbe potuto giocare a calcio perché era troppo basso. Trasformando quello che sembrava un limite in un vantaggio, quello stesso ragazzo oggi ha un nome che in molti conoscono: Lionel Messi.
E la sua è soltanto una delle storie che i piccoli spettatori potranno conoscere grazie a “C’era una porta”, il nuovo contenuto lanciato da mercoledì 13 ottobre sulla piattaforma DAZN.
Alla base del programma un’idea semplice e al tempo stesso originale: raccontare a grandi e piccini le storie dei protagonisti più importanti del calcio italiano e internazionale come se fossero delle favole. Le imprese dei grandi giocatori che hanno fatto la storia dello sport più amato di sempre diventano così un vero e proprio racconto, in grado di appassionare genitori e figli ma anche e soprattutto di regalare spunti di riflessione.
Ideatore e voce protagonista del programma è il giornalista sportivo e scrittore di libri per bambini Marco Cattaneo, le cui parole sono accompagnate, di puntata in puntata, dalle illustrazioni della disegnatrice Marianna Balducci.
«Dietro ogni storia calcistica si celano aspetti che fanno parte della vita di tutti noi ed anche dei bambini – racconta Marco Cattaneo – si tende a vedere i campioni come fossero supereroi senza paura o senza fragilità. Invece le loro storie insegnano tanto: a superare le difficoltà, anche quelle che sembrano insormontabili, a cercare l’aiuto degli amici per fare squadra e, non ultimo, a creare un gruppo».
Storie appassionanti, dunque, che ruotano intorno a un insegnamento oggi sempre più importante da veicolare. «Quello che vogliamo far capire ai bambini – svela ancora Cattaneo – è che non per forza si deve diventare dei campioni e non per forza si devono vincere tutte le partite, perché non è questo il senso dello sport. Il senso dello sport è metterci energia e passione, avere degli amici, potersi trovare al parco per giocare. Poi ci sarà sempre qualcuno che vince e qualcuno che perde ma il messaggio che deve arrivare ai bambini è che ‘puoi vincere anche perdendo’ se ti sei divertito e ci hai messo il massimo dell’entusiasmo».
Le prime 5 puntate del programma sono state girate al MuBa, il Museo dei Bambini di Milano, diventato per l’occasione un set “calcistico-fiabesco” con tanto di porta, palloni e un gigantesco libro delle fiabe. Spettatori d’eccezione, 11 bambini, una piccola squadra di calcio che ha ascoltato le storie raccontate dal conduttore Marco Cattaneo.
«Il progetto nasce dall’unione di due mie grandi passioni – racconta il giornalista – quella per lo sport e quella per il mondo dei bambini. Facendo comunicazione sportiva, infatti, sento molto la responsabilità di arrivare ai piccoli nel giusto modo. Fino ad ora mi ero confrontato con la scrittura ma mai con un programma dedicato ai bambini: fortunatamente, in DAZN. ho trovato una squadra che ha creduto in questo progetto, ha avuto voglia di mettersi in gioco e mi ha aiutato a realizzarlo».
Tra le storie protagoniste di C’era una porta, quella del Grande Torino e del quarto d’ora granata, il momento epico in cui – quando tutto sembra perduto – con la forza della tenacia si conquista la vittoria, la vicenda di campioni come Francesco Totti o Gigi Riva, fedeli alla stessa maglia, ma anche personaggi leggendari come William Foulke, portiere di fine Ottocento che arrivò a pesare 150 kg.
«A lui tutti dicevano che non poteva giocare a calcio perché era troppo grosso – racconta ancora Marco Cattaneo – invece sfruttò la sua stazza per parare tutti i tiri, diventando quasi imbattibile. La sua è una delle storie che spero possano arrivare a tutti i bambini e in modo particolare a quelli che hanno delle fragilità o che stanno affrontando delle difficoltà».
Il nuovo contenuto lanciato da DAZN nasce proprio per raccontare il calcio con un linguaggio dedicato a tutta la famiglia, trasformando gli atleti in personaggi appartenenti a una favola moderna e proponendo una prospettiva a misura di bambino su questo sport ma anche sull’immaginario collettivo che lo circonda.
«Presentando i miei libri nelle scuole – conclude Cattaneo – mi sono accorto che i bambini vivono il mondo dello sport con i loro occhi e quindi con meraviglia, con incanto, con entusiasmo e curiosità. La smania di competere appartiene al mondo degli adulti».
Ed è per questo, insomma, che la visione del programma è (vivamente) raccomandata anche a un pubblico adulto.
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