Nobel Fisica: premiato Giorgio Parisi, ecco chi è il fisico italiano
Da due settimane era entrato nella classifica che è considerata l’anticamera del Nobel. Ci è rimasto poco visto che oggi per lui è arrivato il premio più prestigioso. Giorgio Parisi, nato a Roma, il 4 agosto del 1948, è fra i vincitori del Nobel insieme a Syukuro Manabe e Klaus Hasselmann che si sono occupati global warming e climate change.
Giorgio Parisi è stato premiato «per i contributi innovativi alla comprensione dei sistemi fisici complessi». Le sue ricerche premiate riguardano «la scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici dalla scala atomica a quella planetaria». Il premio, assegnato dalla Accademia reale svedese delle Scienze, ha il valore di circa 900mila euro. «Sono felice, non me l’aspettavo», ha detto.
https://twitter.com/NobelPrize/status/1445325078451867651Parisi è entrato a far parte quest’anno del vertice di Clarivate Citation Laureates, l’elenco dei ricercatori le cui pubblicazioni sono fra le più citate e considerate al mondo. È presidente della classe di Scienze fisiche, matematiche e naturali dell’Accademia dei Lincei, è ordinario di Fisica teorica dell’Università La Sapienza di Roma, dove ha studiato, e ricercatore associato dell’Istituto nazionale di fisica nucleare.
https://twitter.com/NobelPrize/status/1445325686609260544Ha ricevuto il premio Wolf nel 2021, la Medaglia Boltzmann nel 1992, la Medaglia Dirac per la fisica teorica nel 1999 e la Medaglia Max Planck nel 2011. È stato presidente dell’Accademia dei Lincei dal 2018 al 2021.
Le sue ricerche vanno dalle particelle elementari alla meccanica statistica, dalla fluidodinamica alla materia condensata, dai supercomputer ai sistemi complessi come le reti neurali. Come un fisico dovrebbe fare si è occupato di tutta la materia.
«Mi sono occupato di tante cose diverse», ha spiegato in una intervista, «Negli anni ’70 ho studiato il bosone di Higgs, per capire come progettare gli esperimenti che nel 2012 avrebbero scoperto questa particella. Negli anni ’80 ho fatto ricerche che sono alla base delle reti neurali. Oggi mi occupo di materiali complessi come il vetro. È composto da tante particelle di natura diversa che devono integrarsi fra loro. Anche il cervello è formato da neuroni molto variegati a cui serve lavorare in modo connesso. Capire come ogni parte di un sistema complesso si collega con le altre è fondamentale, ad esempio, per sviluppare l’intelligenza artificiale».
Negli ultimi due anni i suoi contributi sono andati anche nella direzione dell’analisi della diffusione del Covid, che definito la prima pandemia che l’uomo è riuscita a frenare. «La scienza», ha detto a Repubblica, «non è più vista come la strada per migliorare il proprio futuro. Sta perdendo valore. Viviamo accanto a tecnologie estremamente sviluppate, ma la scienza che le sottende spesso non viene compresa. Sembra quasi che le cose funzionino per magia. Dovremmo provare a insegnare le basi fin dall’asilo».
Il primo italiano a vincere il Nobel per la fisica è stato Guglielmo Marconi nel 1909. Dopo di lui, Enrico Fermi, Carlo Rubbia e Riccardo Giacconi.