Terza dose, le 10 categorie che la riceveranno subito e la differenza fra dose addizionale e «booster»
Dopo il via libera di praticamente tutti gli enti preposti (Cts, Aifa, Istituto superiore di sanità e Consiglio superiore di sanità) anche il ministero mette nero su bianco le proprie decisioni sulla terza dose. Si comincia, in realtà, con quella che è da considerarsi un completamento del ciclo da due piuttosto che un cosiddetto «booster», cioè un richiamo. Non a caso, ne avranno diritto da lunedì prossimo le persone appartenenti a dieci categorie specifiche:
1.trapiantati di organo solido in terapia immunosoppressiva;
2.trapianto di cellule staminali ematopoietiche;
3.attesa di trapianto d’organo;
4.terapie a base di cellule T;
5.patologia oncologica;
6.immunodeficienze primitive;
7.immunodeficienze secondarie;
8.dialisi e insufficienza renale cronica grave;
9.pregressa splenectomia;
10.malati di Aids.
Attenzione. Per queste persone la circolare del ministero guidato da Roberto Speranza, e firmata dal direttore della prevenzione Gianni Rezza, parla di dose addizionale: va somministrata ad almeno 28 giorni dalla seconda ed è appunto pensata per chi potrebbe aver sviluppato, dopo le due dosi standard, una risposta immunitaria debole o meno duratura. Si tratta insomma sempre dello stesso ciclo vaccinale 2021.
Solo dopo aver completato un ciclo da tre dosi per questi soggetti si passerà alla terza dose «booster» per il resto della popolazione, pur sempre con una gerarchia ben precisa delle priorità: dai soggetti fragili, cioè over 80 e ospiti delle rsa, agli operatori sanitari. Ma come ha specificato nei giorni scorsi Aifa, non per tutti: a cominciare da quelli con ruoli che li espongono di più ai rischi. In questo caso, il richiamo dovrà avvenire ad almeno sei mesi dalla seconda dose. In entrambe le situazioni (immunodepressi e fragili o a rischio) verrà impiegato un vaccino a mRna, Moderna o Pfizer-Biontech. Più avanti le categorie dei fragili e degli operatori sanitari verranno specificate con altre indicazioni.
Il punto centrale, ribadito anche dalla circolare, è tuttavia spingere sempre più in alto questa fase della campagna vaccinale. Fondamentali dunque le terze dosi per chi ne ha bisogno subito e per chi potrebbe vedere indebolirsi la protezione, specialmente per quanto riguarda l’infezione, ma la priorità rimane «il raggiungimento di un’elevata copertura vaccinale con il completamento dei cicli attualmente autorizzati» spiegano dal ministero. Insomma, bisogna portare sempre più in alto la percentuale degli italiani vaccinati con due dosi: al momento sono quasi il 75% di quelli sopra i 12 anni. Un risultato ottimo, che ci proietta all’80% entro la fine di settembre, secondo gli obiettivi del governo. Tuttavia, stante l’elevata contagiosità della variante Delta di Sars-CoV-2, potrebbe non bastare ancora a evitare brutte ricadute sul sistema sanitario nel corso della stagione autunnale e invernale. Per questo l’obiettivo reale è il 90% degli over 12, da raggiungere anche con il passo finale sull’estensione del green pass anche per tutti i lavoratori, pubblici e privati.