Kabul in mano ai talebani. «Noi donne perderemo tutti i diritti». Cosa sta succedendo
«Ho lasciato la mia scrivania con gli occhi pieni di lacrime e ho salutato i miei colleghi. Sapevo che era l’ultimo giorno di lavoro». Una giovane donna che vive a Kabul, la capitale dell’Afghanistan, tornata in mano ai talebani, ha raccontato al quotidiano inglese The Guardian quello che sta avvenendo in queste ore e quali sono i fondati timori dei cittadini e, in particolare, delle donne. «Ho quasi completato gli studi per conseguire due lauree simultanee da due delle migliori università in Afghanistan. Avrei dovuto laurearmi a novembre all’Università americana dell’Afghanistan e all’Università di Kabul, ma stamattina tutto mi è sfumato davanti agli occhi», spiega.
«Ho lavorato per tanti giorni e tante notti per diventare la persona che sono oggi, e questa mattina, quando sono arrivata a casa, la prima cosa che io e le mie sorelle abbiamo fatto è stata nascondere i nostri documenti d’identità, i diplomi e i certificati. È stato devastante. Perché dobbiamo nascondere le cose di cui dovremmo essere orgogliose? In Afghanistan ora non ci è più permesso di essere le persone che siamo».
https://twitter.com/AlinejadMasih/status/1426865944891101184E ancora: «Come donna, mi sento vittima di questa guerra politica iniziata dagli uomini. Ho l’impressione che non potrò più ridere ad alta voce, ascoltare le mie canzoni preferite, più incontrare i miei amici nel nostro caffè preferito, indossare il mio vestito giallo preferito o il rossetto rosa. E non potrò più andare al mio lavoro o conseguire la laurea per cui ho studiato per anni».
Adorava farsi le unghie, ma «oggi, mentre tornavo a casa, ho dato un’occhiata al salone di bellezza dove andavo per la manicure. La facciata del negozio, che era stata decorata con bellissime foto di ragazze, era stata imbiancata durante la notte».
Nella sua città, «tutto quello che posso vedere intorno a me sono i volti impauriti e spaventati delle donne e i volti brutti degli uomini che odiano le donne, a cui non piace che le donne vengano istruite, lavorino e abbiano libertà. Io e le mie sorelle non siamo riuscite a dormire tutta la notte, ricordando le storie che mia madre ci raccontava sull’era dei talebani e sul modo in cui trattavano le donne. Non mi aspettavo che saremmo state private di nuovo di tutti i nostri diritti fondamentali e che saremmo tornate indietro a 20 anni fa. Che dopo 20 anni di lotta per i nostri diritti e la nostra libertà, dovremmo andare a caccia di burqa e nascondere la nostra identità».
Quando ho saputo che i talebani erano arrivati a Kabul, ha sentito che sarebbe diventata «una schiava». «Possono giocare con la mia vita come vogliono».
I talebani hanno annunciato la rinascita dell’Emirato Islamico: la loro bandiera bianca, con una scritta nera, sventola sul palazzo presidenziale: era già stata utilizzata quando presero il potere negli anni ’90. Dicono di essere entrati in città per garantire la sicurezza, di essere cambiati, di voler rispettare i diritti delle donne e di consentire loro l’accesso all’istruzione. Ma nessuno ci crede, e a Kabul è già scoppiato il caos: le carceri sono state aperte, i negozi assaltati, le strade bloccate per la popolazione in fuga.
L’Italia, intanto, ha evacuato l’ambasciata ed è partito il programma per l’evacuazione di diplomatici e cittadini, oltre che di tutti i collaboratori afghani dei ministeri di Difesa ed Esteri.