Sigarette elettroniche, accordo negli Usa: «Hanno creato dipendenza nei giovani»
40 milioni di dollari. È quanto la compagnia Juul Labs ha acconsentito a pagare in Nord Carolina per fermare la prima di diverse cause intentate contro le sue campagne di marketing a favore delle sigarette elettroniche che avrebbero portato dipendenza nei giovani e creato un nuovo, vasto problema di salute pubblica.
L’accordo permette alla compagnia di evitare di andare in tribunale dove sarebbero sfilati ragazzi e genitori. Il processo, riporta il New York Times, sarebbe caduto durante l’estate nello stesso periodo in cui la Food and Drug Administration, l’ente americano che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, dovrebbe decidere se i prodotti come le sigarette elettroniche che usano la vaporizzazione e l’inalazione di vapore possono stare sul mercato.
Questo accordo elimina però solo una delle azioni legali che pendono contro la compagnia. Altri 13 stati, compresi California, Massachusetts, New York e Distretto di Columbia hanno intentato cause simili. Tutte hanno la stessa base: la compagnia sapeva o avrebbe dovuto sapere che incitava i teenagers a usare prodotti che contengono alti libelli di nicotina. Ci sono circa altre 2000 cause intentate da città, contee, distretti scolastici ed altri. Tante sono state aggregate come è accaduto in passato per le cause contro i produttori e i venditori di oppioidi.
«Per anni», ha detto Josh Stein, il procuratore generale della Carolina del Nord che ha avviato la causa nel 2019, «Juul ha individuato i giovani come target, compresi i teenagers, per vendere sigarette elettroniche che creano dipendenza. È stata la scintilla che ha innescato un’epidemia della vaporizzazione fra i ragazzi, evidente in tutte le scuole superiori dello Stato».
La compagnia ha ottenuto l’accordo senza ammettere quanto le era contestato. Era uno dei suoi obiettivi anche in vista delle cause future. Nel comunicato della compagnia si legge che continua la lotta contro l’uso fatto da parte dei minorenni e di diminuire quello degli adulti.
Le sigarette elettroniche e gli altri prodotti vaping nascono come meno nocivi rispetto ai tradizionali prodotti del tabacco. Alla compagnia viene però contestato che le sue campagne accattivanti per i più giovani avrebbero indotto a fumare anche ragazzi che non lo avrebbero fatto. Inoltre, anche se le e-cigarette non contengono gli agenti cancerogeni che contiene il tabacco, scienziati ed esperti di salute pubblica hanno comunque timori per i loro effetti negativi sulla salute dei giovani. La dipendenza che producono potrebbe portare a fumare vere sigarette.
La somma concordata, da pagare in sei anni, dovrebbe essere usata per programma di disintossicazione dalle sigarette elettroniche. La compagnia potrà usare solo testimonial oltre i 35 anni nelle campagne pubblicitarie. I prodotti Jull non saranno più in vendita libera nello stato, ma da dietro il bancone e con controllo dell’età. Sarà la stessa azienda a dover mandare ogni anno degli acquirenti di giovane età per controllare che in 1000 negozi non si venda ai minori.