Xavier Bettel, chi è il premier lussemburghese gay che combatte Orban
È una di quelle storie che la legge ungherese vorrebbe impedire di mostrare i ragazzi ad aver spinto i leader europei a firmare il documento che condanna la norma approvata dal Parlamento di Budapest. A raccontare questa storia è il primo ministro del Lussemburgo. Xavier Bettel è gay. È sposato dal 2015 con l’architetto Gauthier Destenay.
Nella riunione di Renew Europe che ha preceduto il Consiglio ha detto: «Accettare di essere gay è stata la cosa più difficile della mia vita, accettarlo io stesso e trovare il modo di dirlo ai miei genitori. Sentire ora che forse è perché ho guardato qualcosa in tv quando ero più giovane è inaccettabile».
Raccontando la sua storia Bettel ha ripercorso quella di tanti giovani della comunità Lgbtq. Ha raccontato della difficoltà di sua madre ad accettarlo. A Orban, che ha ricordato come una persona diversa rispetto a una cena di qualche anno fa con anche suo marito, ha detto che ha superato una linea rossa: «Questa non è l’Europa in cui voglio vivere». Molti leader europei hanno utilizzato la stessa espressione. Il primo ministro svedese, Stefan Löfven, ha detto che «il popolo svedese non è interessato a mandare soldi a un paese che non rispetta i valori fondamentali». L’olandese Rutte ha apertamente invitato l’Ungheria a lasciare l’Ue.
Bettel è stato il primo presidente del consiglio di un paese europeo a sposare il compagno. Le nozze sono state celebrate nel 2015. Dall’anno precedente i matrimoni fra persone dello stesso sesso sono consentiti nel paese. Prima di lui l’islandese Johanna Sigurdardottir, capo del governo, nel 2010 aveva sposato in seconde nozze la scrittrice Jonina Leosdottir.
Nel maggio scorso in un post ha ricordato il suo matrimonio. «Sei anni fa siamo diventati noi dopo 8 anni di vita insieme. Non dobbiamo però dimenticare che il nostro amore non è consentito in 65 paesi e in alcuni è un crimine».
Anche partendo da questo principio Bettel ha proposto l’idea della lettera. Al sito Politico.eu ha spiegato che con l’aiuto del premier spagnolo Pedro Sánchez ha riunito il gruppo di leader europei. Per lui le proposte che ha fatto Orban e le leggi che fa votare sono inaccettabili. «L’odio, l’intolleranza e la discriminazione non hanno posto nella nostra Unione. Ecco perché, oggi e ogni giorno, sosteniamo la diversità e l’uguaglianza Lgbti in modo che le nostre generazioni future possano crescere in un’Europa di uguaglianza e rispetto». In 17 hanno sottoscritto la lettera. Non hanno firmato Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Romania, Bulgaria, Croazia e Lituania.
«Non sono diventato gay. Lo sono. Non è una scelta», ha detto Bettel. Il suo coming out è arrivato quando era già in Parlamento. «Ero innamorato e decisi di dirlo alla mia famiglia e ai miei amici. La prima reazione fu “finalmente ce lo hai detto”. Mio padre era già morto , mia madre disse “perderò anche mio figlio” e mia sorella rispose che se andava avanti così avrebbe perso anche sua figlia. Ora però è tutto a posto», riporta il Corriere della Sera.
Il primo ministro lussemburghese non è nuovo a interventi sul tema. È stato il primo capo di Governo ad affrontare questioni LGBT nel corso di un’assemblea generale delle Nazioni Unite. «Essere gay non è una scelta. L’omofobia è una scelta e dobbiamo combatterla!», ha detto Bettel al meeting del Lgbti Core Group Onu. «Restare in silenzio non era una opzione per me» ha spiegato in un’altra occasione, il summit tra Unione europea e Lega araba a Sharm El Sheikh. In molti dei paesi della Lega avrebbe affrontato la pena di morte per la sua omosessualità.
In contesti europei e internazionali è anche stato spesso accompagnato dal marito. Al vertice Nato di Bruxelles del maggio 2017 Gauthier Destenay è apparso nella foto degli accompagnatori dei leader con Melania Trump ed era già stato presentato come «first gentleman» a marzo, alla cerimonia per il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma. Fra gli aneddoti che riporta c’è il messaggio di Obama per le sue nozze («diceva quanto importante fosse il mio passo, ma per noi è stato pienamente normale, abbiamo solo una vita») e la predilezione di Brigitte Macron per suo marito.