Vaccino Covid: dove, come e quando. Lo Sputnik prodotto in Italia
È la messa a punto del piano per il vaccino Covid la priorità del governo. Bisogna arrivare a Pasqua pronti per una vaccinazione di massa se davvero l’obiettivo, non solo la speranza, è che tutti gli italiani che lo vorranno abbiano ricevuto la prima dose del vaccino entro il mese di giugno. Ecco le ipotesi in campo per le vaccinazioni:
DOVE
Per le città e i centri più grandi ci sono spazi a disposizione, oltre alle Asl e ai centri vaccinali classici. Si va dai palazzetti dello sport alle palestre, passando per fiere e auditorium (la Nuvola a Roma è un esempio), ma anche le caserme e i parcheggi e tutti i luoghi in cui sono stati fatti i tamponi modello drive through. Il commissario Figliuolo entro 10 giorni vaglierà tutte le possibili ipotesi.
Nei centri più piccoli mancano strutture del genere e allora l’ipotesi è quella di un arrivo del vaccino quasi a domicilio. I nuclei vaccinali mobili sono ora 142, l’obiettivo è arrivare a 200. Si sta lavorando anche a un accordo per le vaccinazioni in aziende (le più grandi hanno già spazi dedicati ai medici) e siti produttivi con Confindustria e per usare gli ambulatori dell’Inail.
A questi si uniscono gli studi dei medici di base. Il vaccino di Johnson@Johnson potrebbe essere somministrato anche in farmacia. A Firenze l’Imam ha messo a disposizione la moschea per le vaccinazioni.
COME
Per gli ultraottantenni restano preferenziali i vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna e vengono usati anche per la popolazione fragile secondo le indicazioni già approntate dal governo precedente. Fra questi ci sono i malati oncologici, gli immunodepressi, i disabili. AstraZeneca, che ora si può usare anche per le persone con più di 65 anni in buona salute, resta preferenziale per le altre vaccinazioni. Per tutti anche il vaccino Johnson & Johnson che dovrebbe avere il via libera questa settimana.
Dal primo momento sono in campo le forze delle regioni e del sistema sanitario, adesso servono anche quelle dell’esercito e della protezione civile. 150 persone della Difesa arriveranno all’ufficio del commissario all’emergenza Figliuolo.
Sarebbero le forze della Protezione Civile a entrare in azione per il cosiddetto ultimo miglio, l’arrivo dove si fanno davvero le vaccinazioni, dopo che l’esercito avrà portato le fiale nelle diverse regioni, con una ridistribuzione delle fiale in base alla popolazione residente. In aggiunta ci sarebbero, per le somministrazioni, anche gli specializzandi in medicina.
Si attende un aiuto anche dai volontari. Il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè propone di usare i club «Lions e Rotary, che hanno oltre 2 mila club con 91 mila soci tra i quali molti medici anche in pensione che possono e devono mettersi a disposizione».
Le regioni hanno finora scelto metodi diversi fra chiamate del medico e prenotazioni dirette. Ora il modo dovrebbe essere più uniforme con chiamata usando una piattaforma comune (l’ipotesi è quella delle Poste). Il criterio di chiamata dovrebbe essere anagrafico in base gli elenchi delle Asl. L’appuntamento arriverebbe con un sms o messaggio telematico.
QUANDO
Da giorni l’obiettivo dichiarato è di arrivare a 60 milioni di somministrazioni entro la fine di giugno, quindi per tutti la prima dose. La doppia dose dovrebbe esserci per 15 milioni di persone. La campagna diventerebbe da aprile attiva dalle 6 del mattino a mezzanotte nei centri più grandi. L’ipotesi è di 100 vaccinazioni al giorno per ogni postazione di lavoro. L’obiettivo è arrivare a 6-700mila somministrazioni al giorno, quattro volte quelle attuali.
Tutto dipende dalla regolarità delle consegne. AstraZeneca ha detto che recupererà nel secondo trimestre quanto non consegnato nel primo. Ieri sono arrivate le 684 mila dosi previste, se le consegne saranno confermate il piano potrà andare avanti.
Il piano di vaccinazione di massa non dovrebbe partire prima di aprile. Fino ad allora il governo chiede priorità per gli over 80, le categorie fragili e i disabili. Subito dopo devono venire i settantenni. Tolti personale della scuola (con differenze abissali per ora nelle vaccinazioni da regione a regione) e forze dell’ordine non dovrebbero esserci altre priorità, anche perché quelle finora concesse su base locale hanno creato polemiche. In Toscana molti politici si sono vaccinati in quanto avvocati, c’è chi ha dato priorità ai docenti universitari rispetto agli altri ordini di scuola e via così passando per dipendenti amministrativi e rappresentanti di associazioni di volontariato non legate agli ospedali.