#ilpatrimonioItalianoèatavola: cantina Ca’ del Bosco lancia un hasthag per salvare i nostri prodotti di qualità
È talmente parte della nostra vita, radicato nel nostro Dna, che forse lo diamo per scontato e non lo proteggiamo. Ma il grande patrimonio enogastronomico italiano, in tutta la sua variegata ricchezza, è a rischio a causa di questo lungo periodo di pandemia e di conseguenti limitazioni.
Maurizio Zanella, fondatore e presidente di Ca’del Bosco, una delle più belle cantine d’Italia che oltre a produrre grandi vini è anche uno straordinario esempio di armonia e fusione di terroir e arte, è preoccupato. E anche un po’ arrabbiato. Ma è quella giusta dose di rabbia costruttiva che serve per far valere le proprie ragioni, che alimenta una grande passione e un amore da preservare.
«Si è parlato tanto di Made in Italy, ma il nostro patrimonio, il più importante che abbiamo in Italia oltre all’arte e all’architettura – cioè il cibo e il vino della nostra grande cucina – non viene supportato a sufficienza in un momento drammatico e così rischiamo di perdene una grande parte», spiega Zanella.
«La cucina italiana (e tutti i suoi prodotti) fa parte della nostra cultura, è il nostro vanto all’estero. La pecca che scontiamo oggi è quella di non aver mai valorizzato questo tesoro adeguatamente, insegnandone la storia nelle scuole. A mancare è l’orgoglio, che invece si manifesta, giustamente, quando la nostra nazione si fa grande all’estero nelle competizioni calcistiche o automobilistiche. Il cibo e il vino italiano stanno vincendo da sempre: sono espressioni artistiche che hanno generato economie di successo, e dovremmo rivendicarne il valore».
«Il mondo della tavola non è solo quello dei ristoranti, ma comprende anche il piccolo produttore di miele, l’ortolano, la malga dove vengono creati formaggi straordinari e unici, la bottega che li vende: tutti andrebbero sostenuti concretamente. Abbiamo più di venti cucine regionali, l’Italia è il Paese con la maggior varietà di prodotti, che tutti ci invidiano. Chi altri nel mondo ha un patrimonio come il nostro? Non siamo stati capaci, come i francesi, per esempio, di difendere un settore così cruciale. Per cercare di dar voce a questo problema, farne capire l’importanza e coinvolgere voci auterevoli, ho pensato all’hashtag #ilpatrimonioItalianoèatavola: un grido di allarme, ma anche di dolore per chi non ce la farà. Ci stiamo giocando parte del futuro, se molti non riusciranno a riaprire, a continuare, cosa potremo offrire un domani ai turisti?».
«La priorità assoluta rimane la salute» continua Zanella. «Ma l’ideale sarebbe anche iniziare il 2021 riuscendo a recuperare la quotidianità che abbiamo perso, e presentarci all’appuntamento con i prossimi 365 giorni con ottimismo e il desiderio di prenderci la nostra rivincita personale, contro un anno inclemente, sotto molti punti di vista».
Un augurio da ottimista qual è da sempre Maurizio Zanella, vulcanico, creativo, sempre alla ricerca di nuovi progetti vincenti. E con questo messaggio, #ilpatrimonioItalianoèatavola, da diffondere il più possibile, l’uomo alla guida di una delle aziende simbolo del Made in Italy vuole iniziare un lungo cammino di rinascita lungo il quale passare il testimone a personaggi importanti della cultura, dello spettacolo, di diversi settori ma della stessa filosofia: quella di un’orgogliosa rivendicazione del valore artigianale, che oggi ha bisogno di nuove voci auterovoli per lanciare attraverso i canali social della maison vitivinicola messaggi utili a preservare quello che abbiamo e per costruire un futuro migliore.