Attacco a Vienna, il testimone: «Gli spari poi siamo scesi tutti in cantina»
Quando l’assalto al centro di Vienna ha avuto inizio, Ciro Svaldi, italiano trasferitosi in Austria da 25 anni, papà di due bambini, era al lavoro in uno dei bar colpiti dall’esterno. A pochi metri di distanza dal terrore. «Ero nel ristorante dove lavoro, centralissimo in Vienna, a trenta metri da dove è stato ferito il poliziotto» ci racconta con voce concitata al telefono, adesso che è riuscito a tornare a casa. «Alcuni colpi di rimbalzo sono arrivati addirittura nel nostro locale. Di colpo ho visto che tanta gente verso le otto di sera entrava nel locale e ho capito che stava succedendo qualcosa, però non riuscivo a capire cosa, perché quelle situazioni si percepiscono dopo».
Il dopo per Ciro e i suoi colleghi è stato quando gli spari sono stati più forti, più chiari. «Abbiamo poi sentito dei colpi forti di fucile d’assalto, totalmente diversi da quelli che sparava la polizia, che sembravano colpi di scatolette di tonno, rispetto a quelli degli assalitori, che io non ho visto di persona».
Subito dopo, la paura si è trasformata in panico. «Tante persone da fuori sono entrate nel locale, ci siamo chiusi dentro e siamo rimasti lì immobili fino a quando è entrata la polizia che ci ha fatto scendere tutti in cantina. La polizia aveva fatto il suo quartier generale nel nostro ristorante, facevano piani per intervenire e noi ovviamente stavamo a distanza. Verso le 2.30 del mattino ho chiesto se potevo tornare a casa e mi hanno detto che lo sconsigliavano, che era tutto chiuso ovunque ma che naturalmente potevo farlo. Io ho preso la mia moto insieme a un amico e così sono rientrato. Tutti i poliziotti che ci vedevano ci fermavano, io alzavo il casco e con il mio accento italiano dicevo “siamo i camerieri, stiamo tornando a casa”. E così ci siamo riusciti».
Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha confermato, nel corso della conferenza stampa indetta al termine del consiglio dei ministri convocato d’urgenza questa mattina, che ieri sera a Vienna si è trattato di un attentato islamista, «dettato dell’odio, dall’odio per il nostro modello di vita, dall’odio per la nostra democrazia». Al momento le vittime sarebbero quattro, due donne e due uomini, di età compresa tra i 40 e 50 anni e 17 feriti, di cui almeno 6 quelli gravi. Uno degli attentatori è stato ucciso dalla polizia, si tratterebbe di un «simpatizzante dello Stato islamico radicalizzato», di origine albanese ma nato e cresciuto in Austria.