Charlotte Casiraghi e Carolina di Monaco: dall’educazione alla privacy, mamma e figlia si raccontano
Appartengono a due generazioni diverse, Carolina di Monaco e Charlotte Casiraghi, elemento che ha influito sulla loro educazione e sul modo di rapportarsi con il mondo, ma madre e figlia, oltre alla somiglianza impressionante, di cose in comune ne hanno molte, come emerso in una recente e rara intervista a due rilasciata a Madame Le Figaro, tra complicità e differenze, aneddoti di famiglia e passioni autentiche.
La prima? Quella per i libri. «Li ho sempre amati, anche prima di riuscire a leggere», ha raccontato Charlotte, laureata in filosofia alla Sorbona, autrice di Archipel des Passions, scritto a quattro mani con il suo insegnante di filosofia del liceo e ideatrice del festival filosofico del Principato di Monaco, Rencontres Philosophiques. «Per me era lo stesso», le ha fatto eco la madre Carolina. «Quando ero bambina volevo leggere i libri degli adulti. Ho preso libri dalla biblioteca dei miei genitori e li ho letti senza capire nulla».
La principessa ha ammesso di aver ricevuto un’educazione vecchio stampo: «In un certo senso era un retaggio del XIX secolo. Non vedevamo molto i nostri genitori, avevamo una tata inglese e una domestica francese». Per i tre figli (oltre che di Charlotte, Carolina è madre di Andrea e Pierre, ndr), ha scelto una strada diversa. «Ho dato loro molta libertà», ha rivelato, perché fossero in grado di essere pienamente loro stessi. Sono cresciuti in Provenza, dove la principessa si trasferì dopo la morte tragica del marito Stefano Casiraghi. Hanno frequentato scuole pubbliche, saputo fare le proprie scelte e sono cresciuti lontani dai riflettori, di cui non si curano affatto. «Non leggo nulla, nemmeno le lodi», ha detto Carolina, che non ama nemmeno i social: «A che serve avere 4000 amici virtuali? Questa non è la mia generazione, potrebbe essere più intelligente uscire di casa e vedere un vero amico o due». Stesso pensiero per la figlia, che alla privacy tiene moltissimo: «È un diritto inviolabile, ma oggi tutti vedono le proprie vite sovraesposte».
Sotto i riflettori da sempre, loro malgrado, parte della storia di un Paese che da sempre affascina e a cui sono fiere di appartenere, Carolina e Charlotte hanno parlato anche di femminismo, attuale più che mai. «Essere una donna e voler esprimere la propria unicità è una lotta, qualunque sia il ruolo. È una lotta, non una guerra, ma non è una cosa facile», ha detto Charlotte sostenuta dalla madre, che sente la questione molto vicina. Sul corpo che cambia, invece, nessuna preoccupazione. «Francamente, non è bello invecchiare. Non mi interessa oggi, ma posso vedere quanto siano vulnerabili le donne, quanto si sentano ferite in un periodo storico in cui l’involucro del corpo è così importante», ha concluso Charlotte.
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