Pelé, gli 80 anni di un mito del calcio
Compie 80 anni oggi 23 ottobre un monumento del calcio mondiale, una vera e propria enciclopedia tanto è stato completo, forse – se la gioca con Maradona – il più grande giocatore di tutti i tempi, sicuramente uno dei pochissimi ad avere davvero cambiato il calcio e la sua percezione.
Edson Arantes do Nascimento, detto Pelè – soprannome dalle origini misteriose affibiatogli da un compagno di giochi – nato povero a Tres Coracoes, una vita al Santos (e 9 campionati brasiliani vinti)prima di chiudere la carriera – dopo aver vinto tutto – ai Cosmos di New York, anno di grazia 1977. 1279 reti segnate in carriera (conteggio per difetto), tre Mondiali vinti (unico calciatore al mondo, in bacheca i trofei del 1958, 1962 e 1970). Per lui si sono sprecate le iperboli. E’ stato sicuramente l’atleta più celebre del Novecento, conosciuto ovunque, persino nel più sperduto villaggio del pianeta.
«Sono più famoso di Gesù Cristo», disse anni fa, con un’affermazione quasi superba e che di fatto non appartiene alla natura di questo campione che ha fatto dell’umiltà il suo piedistallo.
Ha messo piede – per celebrare la sua arte – in 88 paesi del mondo, è stato ricevuto da 70 premier, 40 capi di Stato e 3 Papi. In Nigeria venne dichiarata una tregua di 48 ore ai tempi della guerra con il Biafra perchè tutti, da entrambi gli schieramenti, potessero vederlo giocare. Pelé è stato molte cose, una soprattutto: il Calcio nella sua essenza.
In ogni suo gesto c’era l’armonia più intima che questo gioco custodisce, in ogni suo dribbling – ogni suo tiro – vi era la magia che fa rotolare il pallone e al contempo le emozioni della gente. La sua immensa classe emergeva dal contesto tattico come un diamante purissimo. Risolveva, suggeriva, rubava l’occhio. In famiglia lo chiamavano «Dico», i compagni di squadra al Santos «Gasolina», quando si affermò divenne «O Rei», ma per tutti resta il bisillabo più famoso del mondo: Pelé.
Da Maradona a Messi, da Di Stefano a Schiaffino, prima e dopo Pelé sono stati tanti i fuoriclasse che hanno cercato di togliergli la corona, ma a 80 anni il bambino chiamato Edson (un errore di battitura) in onore dell’inventore della lampadina (Edison) resta ancora il più grande di tutti.
Aveva 17 anni quando vinse il suo primo Mondiale in Svezia, trent’anni a New York dopo veniva osannato come una popstar per l’ultima grande recita. Questi per lui – costretto alle stampelle e con un fisico acciaccato – sono giorni di festa. «Ringrazio Dio che mi ha fatto arrivare a questa età in salute e lucido. Non tanto intelligente, ma lucido” ha scherzato Pelé tramite un video messaggio diffuso dai media brasiliani. Il “Calciatore del Secolo” per la Fifa ha poi aggiunto: «Spero che quando andrò in cielo Dio mi riceva come fanno qui sulla Terra, grazie al calcio».