Leopardo delle nevi: il felino più elusivo e il più minacciato al mondo
Per l’International Snow Leopard Day, la giornata internazionale dedicata al leopardo delle nevi, che cade il 23 ottobre, le associazione ambientaliste fanno il punto sulla possibilità della sua sopravvivenza. Il leopardo infatti è classificato come «vulnerabile» nelle liste rosse dalle IUCN, l’Unione Internazionale per la conservazione della natura, negli ultimi 20 anni si è assistito a un declino del 20% della popolazione e si stima che oggi ne sopravvivano sono 4000 individui al mondo. Il leopardo delle nevi abita le montagne più inacessibili della zona himalayana e centro asiatica. Vive sopra i 3.000 metri tra Afghanistan, Bhutan, Cina, India, Kazakistan, Kyrgyzstan, Mongolia, Nepal, Pakistan, Russia, Tajikistan e Uzbekistan. Un felino famoso per la sua elusività, tanto da essere chiamato il «fantasma delle montagne», raccontato da tanti e visto da pochissimi, protagonista di storie tradizonali e leggende (oltre ad aver dato il titolo a un romanzo di viaggio di fondamentale lettura per chi ama natura e cultura himalayane, Il Leopardo delle nevi, di Peter Matthiessen).
Ma quali sono le minacce per questo magnifico felino? Sono più di una e di vario genere, il che rende ancora più difficile proteggerlo. Si contano il deterioramento e la perdita del suo habitat, la progressiva riduzione delle specie preda, il bracconaggio e il conflitto con le popolazioni locali. Si stima che dal 2008 siano stati uccisi ogni anno tra i 221 e i 450 leopardi delle nevi, e che di questi il 55% venga ucciso per rappresaglia dovuta alla predazioni sul bestiame domestico. È quindi quest’ultimo uno degli aspetti cruciali per la conservazione di questa specie, e che rende necessario un cambio di prospettiva in come le popolazioni montane che vivono di allevamento vedono il leopardo: da semplice pericolo per i propri animali, e quindi da eliminare, a parte di un ambiente naturale da proteggere. Un mutamento che può essere aiutato offrendo supporti finanziari per gli animali uccisi e sviluppando un turismo legato alla natura e alla fauna selvatica come alternativa al solo allevamento.
Un recente studio della Berkeley University, pubblicato sulla rivista Biological Conservation, ha stimato che entro il 2070 solo un terzo dell’areale (la superficie abitata da una specie, ndr) del felino tibetano potrebbe resistere agli effetti del riscaldamento globale. Le temperature sempre più calde provocano infatti l’innalzamento del limite superiore delle foreste, mettendo a rischio gli habitat aperti di alta montagna, regno di caccia del leopardo delle nevi. Ma non solo, il riscaldamento globale porterebbe anche i pascoli per i bestiame a quote più alte, mettendo ancora più in competizione gli allevatori e i leopardi. La ricerca ipotizza un calo della popolazione del predatore dell’82% in Nepal e dell’85% in Bhutan nei prossimi decenni.
La sopravvivenza di questa specie necessita dunque di azioni a livello globale, che uniscano governi, associazioni ambientaliste e comunità locali sul problema. Il WWF da anni sta finanziando la ricerca per avere una visione più chiara dei rischi per la sopravvivenza del leopardo, oltre che a operazioni mirate nei luoghi dove vive la specie (qui una serie di interessanti articoli sull’argomento). Per aiutarli nell’impresa, si può adottare (simbolicamente) un leopardo delle nevi a questo link.