È morta Giulia Maria Crespi, la fondatrice del Fai
Si spegne all’età di 97 anni Giulia Maria Crespi, fondatrice del Fai, il Fondo Ambiente Italiano, ambientalista ante-litteram che, attraverso la sua opera e il suo impegno, ha contribuito a salvare e a preservare il paesaggio italiano dall’incuria e dal tempo. Nata a Merate nel 1923, vedova del conte Marco Paravicini e di Guglielmo Mozzoni, Crespi viene ricordata da Andrea Cranchi, presidente dell’ente, come una donna unica, risoluta: «La chiarezza del suo insegnamento, il solco tracciato, lo stile e l’entusiasmo infuso in qualsiasi cosa facesse indicano senza incertezze la strada che il Fai è chiamato a seguire per il Bene del Paese, fissata nella missione che lei stessa contribuì a definire».
Figlia unica, Giulia Maria Crespi proveniva da una delle principali famiglie industriali lombarde: educata in casa, dove ebbe la fortuna di avere tra i suoi insegnanti Fernanda Wittgens, la soprintendente che fece risorgere Brera dopo la Seconda Guerra Mondiale, sposò in prime nozze Marco Paravicini, già comandante partigiano, da cui ebbe due gemelli: Luca e Aldo, quest’ultimo scomparso in un tragico incidente lo scorso maggio. La morte del marito la lasciò giovane vedova fino a quando, nel 1965, non si risposò l’architetto Guglielmo Mozzoni. Nel 1962 entrò nella gerenza del Corriere della Sera rinnovando il giornale attraverso le direzioni di Giovanni Spadolini e, soprattutto, di Piero Ottone, chiamando a raccolta, tra gli altri, firme d’eccezione come Pier Paolo Pasolini e Antonio Cederna. Tredici anni dopo, Crespi lasciò la gestione editoriale del Corriere e, insieme a Renato Bazzoni, fondò il Fai, del quale divenne la presidente onoraria. Fu lei a dare l’imprinting iniziare di 500 milioni di lire per acquistare e poi donare il Monastero romano-longobardo di Torba, il primo Bene importante del Fondo.
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Tornano le Sere Fai d'estate: gli appuntamenti a luglio e agostoCrespi, che dal 1965 al 1975 svolse una lunga attività in Italia Nostra, associazione di salvaguardia dei beni culturali, artistici e naturali, nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine «al merito della Repubblica Italiana» da parte dell’allora Presidente Carlo Azelio Ciampi. Del Fai è stata fino all’ultimo ispiratrice pur essendo affiancata da figure via via divenute fondamentali nello sviluppo della Fondazione come Marco Magnifico, Ilaria Borletti Buitoni, Angelo Maramai e Andrea Carandini. Crespi, pur dotata di un carattere forte e a tratti imperativo, ha sempre creduto nel lavoro di squadra come unica possibilità per ottenere dei risultati duraturi nel lavoro: la sua creatività instancabile, insieme a quella lezione borghese che diceva che «chi ha avuto molto, deve dare molto», rimangono ancora oggi l’eredità più grande di una donna che non ha mai ceduto al compromesso e che si è sempre spesa per battaglie fondamentali come la cura della terra come fondamento per la salute dell’uomo, l’impegno per una agricoltura senza veleni e, naturalmente, la tutela dell’ambiente. «Il Fai ha tradotto le sue indicazioni in pratiche virtuose nei Beni e nell’educazione al costume della sostenibilità e sempre avvertirà ai suoi fianchi questo suo ultimo sprone», ha aggiunto il presidente Andrea Carandini.