Alessio Vassallo: «Camilleri mi ha insegnato il vizio dell’onestà»
Abbiamo raggiunto via Zoom Alessio Vassallo, alias Mimì Augello del Giovane Montalbano. L’attore si trova nella sua Sicilia perché il 18 luglio inaugurerà la 39^ edizione delle Orestiadi di Gibellina (fino all’8 agosto) con l’anteprima nazionale dello spettacolo dedicato al mondo del cinema Quel film sono io (tratto da Ils ne sont pour rien dans mes larmes di Olivia Rosenthal). Ad affiancarlo ci saranno Filippo Luna, Aurora Falcone, Daniela Macaluso, Silvia Ajelli e Gaia Insenga.
Vassallo terrà un monologo ispirato a Già la testa di Sergio Leone. «Il film insegna che si può mostrare il proprio coraggio senza aggressività e che si può fare una rivoluzione sottovoce, con intelligenza e astuzia, non per forza con le armi o alzando la voce», ci racconta l’attore. «Oggi in tv siamo abituati a sentire persone che gridano pensando di essere rivoluzionari».
Oggi Alessio omaggerà, ad Agrigento, Andrea Camilleri, a un anno dalla sua scomparsa. Con il maestro ha lavorato in occasione della serie Il giovane Montalbano e in due film per la tv dedicati all’antica Vigata (La stagione della caccia e La concessione del telefono). «Camilleri era un uomo di pensiero, non di parola», sostiene Vassallo, «i suoi pensieri dobbiamo conservarli e tramandarli. La forza di Montalbano e del mondo di Camilleri sono i personaggi: ovvero degli eroi a metà, che commettono errori e inciampano. Per questo il pubblico si affeziona».
La prima volta che ha incontrato Camilleri «è stata la più emozionante», ci svela Vassallo, «stavamo girando a Cinecittà le scene in commissariato della serie Il giovane Montalbano. Arriva di sorpresa sul set, si siede sulla poltrona del commissariato e ci chiede di recitare una scena. Panico totale! È stato come se Pirandello chiedesse di interpretare davanti a lui una parte di Sei personaggi in cerca d’autore. È un ricordo che porterò sempre con me».
Qual è il più grande insegnamento che ha avuto da Camilleri? «Il “vizio” di essere una persona onesta. L’onestà non è un concetto epico, è qualcosa che si vive nel quotidiano, con sé stessi, con gli altri e nelle piccole cose». È appena uscito nelle librerie Riccardino, l’ultimo romanzo con protagonista Montalbano. «Non l’ho ancora letto», ci rivela l’attore, «faccio sempre così con i suoi romanzi: li considero come il vino buono, li lascio decantare un attimo e poi me li gusto». E ci dice la sua anche su una possibile trasposizione televisiva di Riccardino da parte di Luca Zingaretti: «Penso che sia necessario chiudere il cerchio, le cose belle hanno sempre una fine, pensiamo anche a Maigret».
LEGGI ANCHE
Luca Zingaretti: Addio a Montalbano? Camilleri vorrebbe che chiudessimo in bellezzaQuesta sera Vassallo sarà protagonista su Rai1 di una puntata de Il giovane Montalbano, proprio per omaggiare Camilleri, mentre su Rai2, in seconda serata, di un ricordo di Paolo Borsellino (ucciso il 19 luglio 1992) nell’intervista marziana Io Paolo, dove Vassallo dà voce al magistrato. «È uno spettacolo a cui sono molto legato», ci racconta, «è stato scritto da Francesco Vitali e Manfredi Borsellino, figlio di Paolo. Si tratta di un’intervista in cui viene fuori un Borsellino inedito, privato, ironico, che amava i film Bud Spencer e Terence Hill, che litigava per chi patteggiava per Coppi o Bartali, e che da giovane aiutava la famiglia scrivendo le tesi dei laureandi».
Vassallo trascorrerà l’estate, segnata dal Covid, nella sua Sicilia insieme alla compagna. «Spero che sia un’estate tranquilla, senza l’ansia da bollettino», ci dice. A settembre invece ritornerà sul set del film Mancino naturale con Claudia Gerini (interrotto ad aprile) e inizierà a girare una serie tv Rai ancora top secret.