Test sierologici e tamponi a domicilio per chi ha sintomi ed è a casa
«Mi sembra di avere accusato qualche sintomo del coronavirus, ma in forma leggera: ho sviluppato gli anticorpi oppure no?». È una domanda che, soprattutto adesso che è cominciata la fase due, si stanno ponendo in tanti, che vorrebbero sottoporsi al test sierologico (che rivela se siamo venuti in contatto con il virus e se abbiamo sviluppato gli anticorpi) oppure al tampone nasofaringeo (che ci dice se abbiamo il virus in questo momento), ma non sanno come fare.
Le regole cambiano da regione a regione, ma tutte sono d’accordo sul punto di partenza, indicato dall’Istituto Superiore di Sanità: «Il test nasofaringeo per la conferma della malattia è a carico del sistema sanitario ed è organizzato dall’Asl o dall’ospedale. Attualmente il tampone basato sulla rilevazione dell’Rna del virus è l’unico affidabile per accertare l’infezione da nuovo coronavirus. I test cosiddetti sierologici vengono usati solo in alcune condizioni, ma i risultati non sono così affidabili, anche perché non diagnosticano infezioni molto recenti. I risultati devono essere confermati dai tamponi».
Il tampone
Lombardia. Da lunedì si possono sottoporre al tampone anche chi ha sintomi, ma non è ricoverato in ospedale, e i suoi contatti stretti, se sintomatici. Lo prescrive il medico di famiglia. La Regione si impegna a farli tramite le Asl nel giro di 48 ore. Chi può muoversi in sicurezza si potrà recare nell’ambulatorio indicato, mentre gli altri potranno eseguire l’esame a domicilio con le Unità speciali di continuità assistenziale (Usca), che dovranno però essere potenziate. Come succede anche nelle altre Regioni continuerà a essere sottoposto al tampone anche chi è clinicamente guarito, perché sia confermata la negatività. L’obiettivo è di arrivare a 30 mila test nasofaringei al giorno, più del doppio di oggi.
Emilia Romagna. Fin dall’inizio dell’emergenza coronavirus, in Emilia Romagna chi è sintomatico può sottoporsi al tampone anche senza essere ricoverato in ospedale. Grazie a un provvedimento del 24 aprile, il tampone nasofaringeo può essere prescritto dal medico di famiglia anche ai contatti stretti che accusano sintomi. L’obiettivo è di arrivare a 15 mila tamponi in un giorno, quasi il triplo di quelli di oggi.
Veneto. Da quando è cominciata l’epidemia, tutti i sintomatici e i loro contatti «stretti o non stretti» possono essere sottoposti a tampone. Il cittadino può andare in ospedale, anche se è sconsigliato, oppure chiamare il numero messo a disposizione da ogni azienda sanitaria, o ancora telefonare al medico di medicina generale che effettuerà il triage telefonico e segnalerà il cittadino al Servizio di Igiene. Sta per essere pubblicata una delibera che prevede che il medico di famiglia possa prescrivere il tampone. L’obiettivo è quello di arrivare a 50 mila tamponi entro settembre.
Il test sierologico
Emilia Romagna. Chi vuole può eseguirlo a proprie spese, pagandolo circa 25 euro, in 25 laboratori autorizzati, ma su prescrizione di un medico. Se l’esito è positivo, il paziente viene preso in carico dal Servizio di prevenzione pubblica.
Veneto. Il cittadino si può sottoporre, autonomamente e a proprie spese, al test sierologico. Se positivo, deve chiedere al medico di famiglia che prescriva il tampone (e intanto, in attesa dell’esecuzione e del risultato, rimane in isolamento). Come Regione si esegue lo screening con il test rapido su lavoratori dei servizi essenziali e, per un progetto pilota, su chi ha ripreso l’attività produttiva.
Lombardia. Il test sierologico viene eseguito soprattutto per gli operatori sanitari e per i contatti dei sintomatici, ma non è ancora regolato per i cittadini. «Diversi laboratori privati lombardi stanno offrendo l’esame a pagamento, ma chi decide di farlo, senza dietro una strategia da parte della Regione, si trova senza nulla in mano di ufficiale», obietta Fabio Pizzul, Pd. «Così è impossibile tracciare la diffusione del virus, fondamentale per realizzare la vigilanza attiva».