Federico Russo e Francesco Mandelli: «Il nostro viaggio nel tempo (sperando in un futuro migliore)»
Quando ci colleghiamo con loro per parlare di Revolution – Storie dal futuro, il format in sei puntate che li vedrà protagonisti nella seconda serata di Raidue a partire dal 23 aprile, Francesco Mandelli e Federico Russo discutono di cartoni animati. «Hotel Transylvania, per esempio, è un film bellissimo che si presta a tante letture anche per gli adulti» spiega Mandelli prima di specificare che nella sua famiglia i cartoni si vedono ancora in dvd: «il nostro livello di consumo dell’audiovideo è vecchio stampo». Più moderno è, invece, Russo, che racconta di essere iscritto a tutte le piattaforme digitali possibili e immaginabili, ma di non avere più niente da vedere: «È come se mi apparisse la schermata: “torna tra una settimana”». Restando in tema cinema, è un po’ come se il loro nuovo programma ricalcasse l’intelaiatura di Ritorno al Futuro: per sei settimane, i due amici, che suonano insieme in un duo chiamato Shazami, viaggiano a bordo di una Peugeot 208 elettrica, che si trasforma magicamente in una DeLorean 2.0 trascinandoli tra le epoche alla scoperta di un futuro prossimo.
https://twitter.com/RaiDue/status/1252295970399956992Attraverso l’incontro di diversi ospiti, dall’astronauta Paolo Nespoli ad Arturo Brachetti, da Isabella Potì a Costantino Della Gherardesca, Mandelli e Russo cercano di farsi un’idea di quello che sarà del mondo tra non molto: «Cerchiamo di fare le domande che potrebbero benissimo farsi gli spettatori che ci guardano da casa, sempre con la massima ironia e umiltà» mette in chiaro Francesco mentre Federico insiste sul fatto che Revolution non guardi solo in avanti, ma anche indietro: «Andiamo anche nel passato, negli anni in cui sono state inventate delle cose, come le VHS, che hanno rivoluzionato la nostra vita e che ora fanno parte del nostro uso quotidiano». Quando gli chiediamo se ci sia qualche invenzione che vorrebbero vedere un domani i dubbi sono pochi: il dono dell’invisibilità e, soprattutto, il teletrasporto. Meno probabile, invece, che qualcuno si ingegni davvero per brevettare un viaggio nel tempo: «Se il mondo continua ad andare a questa velocità magari sarà possibile, ma Hawking aveva dato una festa per i viaggiatori nel tempo e non si era presentato nessuno. Insomma, se esistessero davvero lo avrebbero saputo e ci sarebbero andati». A fare paura delle cose che potrebbero diventare realtà un domani c’è l’imbarazzo della scelta: per Mandelli il fatto che ci sia gente che come lavoro fa il giocatore di videogame – «Mi spaventa che qualcuno passi il tempo in un ambiente che non è reale» -, mentre per Federico il cibo liofilizzato e a base di insetti che troneggerà nei nostri frigoriferi – «Abbiamo incontrato un gruppo di ricercatori che ci ha parlato della creazione di hamburger sintetici con lo stesso sapore di quelli di adesso, ma senza carne. Non sono cose che mi fanno paura, ma che mi affascinano».
Meno affascinante è, però, la quarantena forzata a casa e l’impossibilità di vedersi e di suonare insieme: «Ci abbiamo provato, ma quando ti colleghi, su Zoom, su House Party, ma anche su Instagram, c’è sempre quel piccolo ritardo che rende molto difficile suonare dal vivo. Quando apriranno le gabbie sarà la prima cosa che faremo: sempre a un metro di distanza e con tutte le precauzioni del caso». Lo spirito, così come per tutti, è altalenante: «Il primo mese ero molto ottimista, ma poi è diventata dura. Penso che tutto sommato stiamo reagendo bene: stiamo imparando a vivere più lentamente e a dare il giusto valore alle cose» riflette Russo. Mandelli il lockdown lo vive con la sua famiglia e riflette sull’angoscia che sua figlia di 5 anni, ma in generale tutti i bambini, potrebbe riflettersi presto su di loro: «Per i più piccoli tutto questo non è facile da assimilare e da capire. Dovremmo tutelare di più le prossime generazioni perché vanno aiutate più di chiunque altra». L’ottimismo, però, c’è: ne usciremo e, dopotutto, non sarebbe la prima volta: «Voglio pensare che il mondo tornerà a essere meglio di prima e che torneremo ad abbracciarci e a vedere i concerti tutti insieme». Intanto il piano appena sarà sciolta la quarantena rimane doppio: prendere la moto e godersi una birra insieme. «Sarà bello riassaporare la normalità di andare al bar: saranno le nostre nuove Maldive» scherza Federico Russo, con la speranza che il viaggio nel tempo ci conduca presto verso un futuro libero da mascherine e autocertificazioni.