Coronavirus e viaggi: test sierologici prima di volare, Emirates è la prima
Per ripartire e tornare a viaggiare come all’epoca del pre covid-19 servono soluzioni immediate e quella messa in campo nelle ultime ore da Emirates, la compagnia aerea con base a Dubai, va proprio in questa direzione. Con l’obiettivo dichiarato di fornire a bordo la massima sicurezza possibile, al Dubai International Airport sono stati attivati i test sierologici per tutti i passeggeri e staff. Si tratta dei veloci test qualitativi in grado di indicare solo se (ora o in precedenza) una persona è entrata a contatto con il Sars-CoV-2.
La prima prova è stata sottoposta ai passeggeri del Dubai – Tunisi di mercoledì 15 aprile scorso (nessun passeggero è risultato positivo, e quindi in possesso degli anticorpi in grado di contrastare il Covid-19). Emirates è il primo vettore del mondo a prendere un provvedimento di questo genere e il piano è quello di aumentare la disponibilità dei test per molte tratte e pare che anche Etihad Airways attiverà dei simili procedimenti nell’hub di Abu Dhabi entro fine aprile, ma in questo caso lo screening previsto sarà ancora più accurato con monitoraggio della temperatura, battito cardiaco e respirazione di tutti i passeggeri che vogliono viaggiare.
La pratica dei test sierologici, grazie alla sua immediatezza, potrebbe diventare la norma per verificare lo status di salute di ogni passeggero. Si tratta di test non invasivi, dove basta una goccia di sangue per individuare gli anticorpi prodotti dal nostro sistema immunitario in risposta al virus. Mentre i tamponi forniscono un’istantanea sull’infezione, i secondi “raccontano” la storia della malattia stabilendo se la persona è entrata in contatto con il virus. Si dibatte sull’efficacia di questi test. E’ opinione diffusa (avvallata dalla US Food and Drug Administration) che, nello stadio iniziale dell’infezione quando l’organismo si sta ancora “organizzando” per una risposta, gli anticorpi non sarebbero rilevabili dai test quantitativi, quelli più veloci. Ma è un inizio, si stanno valutando tanti test sierologici confrontando il dato ottenuto dal tampone positivo, come suggerisce la Fondazione Veronesi.
In attesa di avere test sierologici quanto più efficaci possibile la direzione sembra ormai tracciata: gli aeroporti, almeno quelli principali, diventeranno presto degli hub di check-up rapidi dove effettuare screening di massa. Misure necessarie per far ripartire l’economia dei voli, un mercato quasi al collasso, con la IATA che ha calcolato le perdite del settore in circa $318 miliardi nel solo 2020 con una decrescita del 55 rispetto all’anno precedente. In attesa di capire se e quando potremmo tornare a volare, tutte le misure ritenute idonee alla ripartenza – screening e distanziamento sugli aerei – sono le benvenute.
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