Coronavirus, il paziente Uno: «Faccio di nuovo la cosa più bella: respirare»
«Ho ricominciato a fare la cosa più bella: respirare». Per la prima volta parla, dopo la guarigione, Mattia quello che l’Italia intera ha conosciuto un mese fa come il paziente uno. In quella che l’assessore lombardo Giulio Gallera ha definito «la prima giornata positiva di un mese terribile», il 38enne manager di una multinazionale che è stato il primo caso noto di coronavirus in Italia ha lasciato il Policlinico di Pavia.
#Coronavirus, Mattia, il 'paziente1' è guarito!
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Posted by Lombardia Notizie Online on Monday, March 23, 2020
«Difficile dopo questa esperienza fare un racconto», ha detto in una diretta Facebook della Regione Lombardia, «Ricordo il ricovero nell’ospedale di Codogno poi mi hanno detto che per 18 giorni sono stato in terapia intensiva. Quindi sono stato trasferito nel reparto malattie infettive, dove ho avuto di nuovo contatto con il mondo reale e ho ricominciato a fare la cosa più semplice e bella: respirare».
La sua vita è stata stravolta in questo mese. Suo padre è morto per il coronavirus. La madre ce l’ha fatta, è guarita come la moglie che a giorni partorirà la loro prima figlia.
Ha tenuto duro «col pensiero di diventare padre» e ha un monito per tutti. «Da questa malattia si può guarire, ma bisogna stare a casa perché la prevenzione è fondamentale; bisogna stare lontani anche dagli amici. Sono stato fortunato: sono stato curato, ora potrebbe non essere più possibile».
La sua storia con la malattia inizia il 18 febbraio. In quel giorno si era presentato per la prima volta all’ospedale di Codogno, aveva deciso di tornare a casa nonostante il parere dei medici. Pensava che il suo fisico da atleta, calcio e mezza maratona fatti in pochi giorni, lo avrebbe sostenuto. Invece quello sport aveva fiaccato il suo sistema immunitario. Due giorni dopo era di nuovo in ospedale senza respiro e con la polmonite.
Da Codogno è stato portato al reparto infettivi del policlinico San Matteo di Pavia. Quando è uscito dalla terapia intensiva, dopo 18 giorni, ha chiesto se era a Lodi. Ora il ritorno a casa. «Voglio dimenticare questa tragica esperienza e tornare alla normalità».