Mascherine, quali usare e in quali casi per proteggersi dal Coronavirus
C’è carenza di mascherine, prezioso strumento di protezione personale per limitare il contagio da Coronavirus. Proprio per questa ragione siamo tutti invitati a utilizzarle solo quando necessarie, al fine di riservarne l’utilizzo, nella maggior parte dei casi, a medici e infermieri.
Di recente, lo ha ribadito anche il presidente della Società italiana di pediatria, Alberto Villani, nel corso di una conferenza stampa nella sede della Protezione Civile, come riportato da adnkronos.
“Non ha senso usare una mascherina quando non serve. È importante ribadire questo concetto perché l’approvvigionamento per reperire il materiale è difficilissimo. Chi non ne ha bisogno non le deve usare perché in questo modo vengono meno per gli operatori che ne hanno indispensabile bisogno”.
In attesa che le forniture siano disponibili per tutti, è opportuno conoscere le loro caratteristiche e seguire alcune semplici indicazioni per la scelta e il loro impiego. A questo proposito, l’Agenzia della Protezione Civile ha diffuso una sorta di vademecum con cui sottolinea quali mascherine usare e come, a seconda delle necessità.
Poiché le mascherine sono di diversi tipi e forniscono diversi modi e gradi di protezione, la cosa più importante è capire chi si vuole proteggere e quando bisogna proteggere o proteggersi per non sprecare risorse inutilmente. In commercio ci sono sostanzialmente due tipologie di mascherine: i respiratori e le mascherine chirurgiche.
MASCHERINE CHIRURGICHE
Le mascherine chirurgiche (e anche quelle fatte in casa) possono essere usate da tutta la popolazione e impediscono alle goccioline prodotte con colpi di tosse e con starnuti di disperdersi nell’ambiente, raggiungere e contagiare altre persone che si trovano nelle vicinanze.
I RESPIRATORI (MASCHERINE CON VALVOLA FFP3, CON E SENZA VALVOLA FFP2)
I respiratori riducono l’esposizione agli aerosol presenti nell’aria, sono DPI (Dispositivi di Protezione Individuale), servono a proteggere chi li indossa e sono disponibili con diversi livelli di protezione.
Fra i respiratori in commercio ci sono le mascherine FFP3 con valvola di esalazione ed elevato livello di protezione. Sono impiegate negli ospedali, nei reparti terapia intensiva e proteggono il personale sanitario che è a contatto con pazienti certamente contagiati.
Un livello subito inferiore di protezione offrono le mascherine FFP2 con valvola di esalazione, utilizzate dai soccorritori che sono a contatto con persone e/o pazienti potenzialmente contagiati.
Le Mascherine FFP2 senza valvola sono in dotazione a lavoratori esposti al pubblico solo in caso di emergenza e come ausilio ai soccorritori che devono essere protetti, ma non rischiare di contagiarsi tra di loro. Le mascherine FFP2 senza valvola sono in dotazione anche ai medici di famiglia e alle guardie mediche quando sono in presenza di paziente potenzialmente malato.
MISURE PROTETTIVE GENERALI IN CASO DI USCITA IMPRESCINDIBILE
Quando per motivi imprescindibili e dimostrabili è necessario uscire, bisogna sempre mantenere una distanza minima interpersonale di almeno 1 metro; in assenza di mascherina, indossare una qualsiasi protezione come uno scaldacollo, una sciarpa o simili, aiuta ad evitare di contagiare altre persone.
Queste protezioni contribuiscono a diminuire il rischio di contagio infettivo, soprattutto se tutti lo fanno e rispettano anche le altre regole comportamentali, ovvero mantenere la distanza l’uno dall’altro e lavarsi di frequente le mani con sapone e acqua calda.
COME USARE I GUANTI PER LIMITARE IL CONTAGIO
Anche i guanti monouso costituiscono un ottimo strumento per limitare il contagio, a patto che siano rispettate delle semplici regole e non sostituiscano la corretta igiene delle mani che deve essere eseguita accuratamente con acqua e detergente e durare almeno 60 secondi.
I guanti devono essere sostituiti ogni volta che si sporcano, devono essere eliminati al termine dell’uso (per esempio al rientro dal supermercato) e non devono essere riutilizzati. Sono invece necessari in alcuni contesti lavorativi come, per esempio, per il personale addetto alla pulizia, alla ristorazione o al commercio di alimenti. Sono indispensabili nel caso di assistenza ospedaliera o domiciliare agli ammalati.