Roberto Benigni: «Vent’anni fa avrei dovuto interpretare Geppetto per Francis Ford Coppola»
Uno show alla Benigni. Alla presentazione del film Pinocchio di Matteo Garrone, selezionato al festival di Berlino per la sezione Special Gala, com’era prevedibile, Roberto Benigni ha calamitato gran parte dell’attenzione.
Parlando in italiano e in parte nel suo inglese fantasioso (Ricordate il suo modo di esprimersi nel film di Jim Jarmush Daunbailò?), Benigni ha raccontato che già vent’anni fa avrebbe dovuto interpretare il personaggio di Geppetto in un film diretto da Francis Ford Coppola. «Robin Willliam mi invitò a cena a casa sua a San Francisco e, tra i vari amici, indovinate chi c’era? Coppola. Alla fine della cena, mi disse che stava lavorando a un film su Pinocchio e che avrebbe voluto che interpretassi Geppetto. Dopo quella volta ci siamo incontrati di nuovo per parlarne, sia a Los Angeles, sia a Roma. Alla fine, il film, però, non è mai stato realizzato».
Alla domanda se sarebbe disposto a tornare a lavorare a Hollywood, ha risposto scherzando: «Sure! English is my first language. Posso fare anche Shakespeare». Poi, più seriamente: «È vero mi hanno chiamato a Hollywood, mi hanno proposto diversi progetti, soprattutto dopo La vita è bella (Con il quale vinse un Oscar come miglior film straniero nel 1999, ndr). Ma il loro cinema è troppo diverso, ci sono troppe cose che non capisco».
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In Siria come La vita è bellaBenigni ha parlato anche dei grandi registi con i quali ha lavorato nel corso della sua carriera: «Ho avuto la fortuna di lavorare con Fellini, Costa-Gavras, Bertolucci, Woody Allen, Jim Jarmush. E con Marco Ferreri. Ero qui a Berlino quando il suo film Chiedo asilo vince l’Orso d’oro. Era il 1979, ero giovanissimo, avevo praticamente l’età di Pinocchio».
Parlando di Matteo Garrone, lo ha definito «un battito al cuore», «un talento impressionante». Ha aggiunto: «Non ho capito come fa a fare le cose che fa, del resto non lo avevo capito neppure di Fellini. Ma posso dire che mi ricorda Visconti per l’attenzione che presta ai dettagli. Un giorno ha bloccato il set per un intero pomeriggio perché, nella scena che dovevamo girare, c’era una coperta. Ma il colore di quella che avevano trovato non gli andava bene. Ore e ore fermi, perché non si riusciva a trovare una coperta esattamente del colore che voleva lui».
Al termine dell’incontro, poi, Benigni è stato preso d’assedio dai giornalisti italiani e ha continuato a parlare della sua partecipazione al festival di Sanremo: «Pazzesco nel giro di pochi giorni sono passato dal festival più italiano che c’è a un festival internazionale come questo».
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Benigni a SanremoE ha anche detto la sua rispetto all’emergenza coronavirus: «Bisogna reagire, non farsi prendere dal panico. Ormai si parla solo di quello, bisognerebbe ridimensionare un po’ i toni. Senza, ovviamente, abbassare la guardia».