Il cucciolo di foca monaca salvato sulle spiagge pugliesi e la speranza per il futuro
Lunedì 27 gennaio 2020 all’alba sulla spiaggia di Torre San Gennaro a Torchiarolo, vicino a Brindisi, i carabinieri hanno salvato un cucciolo di foca monaca che si era riparato sotto l’impalcatura in legno di un bar. Avvistato da un passante che ha avvertito le autorità, il cucciolo mostrava delle escoriazioni e qualche linea di febbre ed è stato subito affidato alle cure dei veterinari dell’Istituto superiore per la ricerca ambientale (Ispra), mentre dall’Acquario di Genova sono arrivati specialisti della specie.
È possibile sia la stessa foca che era stata avvistata il 25 gennaio 2020 e che aveva fatto sperare in un ritorno del mammifero sulle nostre spiagge. Un avvistamento che già allora, il 25 gennaio, era risultata eccezionale: oltre a un possibile avvistamento in acqua nel 2017, erano anni che la foca mediterranea da noi non si vedeva più: «Un cucciolo di foca monaca nei mari italiani non si vedeva da 36 anni», ha commentato Isabella Pratesi, direttrice Conservazione del Wwf Italia.
Specie a rishio, minacciate dalla strabordante presenza umana del Mediterraneo, dalle acque inquinate e trafficate, i – si stima – 700 individui sopravvissuti della specie Monachus Monachus, ovvero la nostra foca mediterranea, si nascondevano in qualche grotta dell’Egeo o dello Ionio, sulle spiagge protette di qualche isola greche (Da Karpathos ad Alonissos), ma da noi erano assenti da tanto.
Commenta ancora Isabella Pratesi al Corriere: «La speranza con la foca monaca non l’abbiamo mai persa e abbiamo sempre messo in atto azioni per aiutare la specie, anche se si riteneva estinta da noi. I nostri esperti dicono che, considerando le sue dimensioni, questo cucciolo è sicuramente nato in Italia. Se per caso se ne incontra uno su una spiaggia, non bisogna assolutamente toccarlo né dargli da mangiare, si deve cercare di non disturbarlo e impaurirlo e avvertire quanto prima le autorità competenti, per esempio la Capitaneria di porto al numero telefonico 1530». Insomma, si proverebbe a non spaventarlo stando a dovuta distanza. E questo vale anche per chi, per girare un video da postare online, si ritiene sempre in diritto di avere un permesso speciale per infastidire animali di tutte le razze (compresa quella umana).