Giulio continua a fare cose
«Giulio fa cose, ma non può fare tutto lui». È per questo che Paola Deffendi e Claudio Regeni, i suoi genitori, insieme al loro avvocato Alessandra Ballarini, hanno scritto un libro coraggioso, Giulio fa cose, appunto, appena uscito per Feltrinelli.
Giulio, anche se l’hanno ucciso, continua a fare cose e a vivere non solo nella memoria della sua famiglia e dei suoi tantissimi amici, ma nella loro – nostra – esigenza che si continui a cercare la verità. Perché «Giulio è stato seguito per mesi, spiato, tradito, catturato, trascinato, spostato, umiliato, torturato e infine ucciso da moltissime mani. E davanti a molteplici osservatori» e «siamo certi che queste persone non hanno potuto dimenticare». Eh già.
Sono passati quattro anni dal 25 gennaio in cui Giulio Regeni scomparve, al Cairo. Il suo corpo fu trovato in periferia il 3 febbraio. Due settimane fa, il 15 gennaio, avrebbe compiuto trentadue anni.
«Educhereste nella stessa maniera i vostri figli se poteste tornare indietro?», si sentono chiedere ogni tanto Paola e Claudio Regeni, che amavano viaggiare e hanno trasmesso quell’amore ai figli Giulio e Irene. Citano Saramago che scriveva «il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione».
I Regeni hanno fatto tanti viaggi coi figli. Li raccontano con il lessico famigliare delle famiglie vere che sorridono dei ricordi di roulotte e camper che regolarmente si rompevano. Scoprire il mondo è un po’ scoprire se stessi. Claudio Regeni aveva vissuto dieci anni in Australia, da ragazzino, e aveva imparato l’inglese e il valore della conoscenza di quel che è diverso da noi. Giulio parlava sette lingue. Era un ragazzo europeo che sapeva tante cose, fin da bambino: così tante che un giorno la maestra chiamò i genitori per dirgli che ne sapeva troppe, che aveva letto tutti i libri della biblioteca scolastica, che insomma… Quando loro chiesero a Giulio come faceva a sapere tante cose, lui diede una risposta bellissima: «Leggo Topolino». Questa allegra, deliziosa risposta è una delle preziose e significative immagini della vita di Giulio Regeni, piume delle nostre piume. Di bambini intelligenti e curiosi che leggono Topolino, fanno belle scuole, vanno a studiare in Europa, viaggiano per il mondo e diventano i trentenni che fanno sperare nel futuro ne conosciamo tutti. Solo che Giulio non è diventato trentenne e i suoi genitori, pur «avendo visto tutto il male del mondo sul suo corpo», hanno una forza straordinaria.
«Noi siamo forti perché sappiamo di aver subito un’ingiustizia», scrivono, denunciando «la farsa egiziana: per quattro anni hanno continuato a ripetere che volevano collaborare ma a oggi non fanno che occultare la verità e negare giustizia».
Giulio fa cose è un libro onesto, coraggioso, che non fa sconti né ai politici né ai media, ringrazia chi deve ringraziare e annuncia a chi sa e non parla che non gli sarà concesso di dimenticare.