Smog: i blocchi del traffico? Anche se fatti tutto l’anno, non basterebbero
L’elenco parte da Torino e scende almeno fino a Roma, ma anche a Napoli la situazione non è buona ed è pessima in tutta la pianura padana a causa dello smog. Per contrastare l’aumento di Pm10 nell’aria (50 millesimi di grammo al metro cubo per oltre 35 volte l’anno), i sindaci, da Milano a Bologna, da Modena alla Capitale passando anche per Firenze, hanno messo in campo le consuete misure: blocco del traffico per i mezzi più inquinanti e limiti al riscaldamento domestico.
Sono provvedimenti abituali, ma inefficaci secondo gli esperti perché parziali. Le giornate di stop al traffico incidono solo limitatamente sulla qualità dell’aria in giornate, anzi settimane, di alta pressione, in cui non si vede sull’Italia alcun accenno di pioggia o vento. La scelta di intervenire sul traffico è emergenziale, ma controllabile, più difficile controllare che il riscaldamento nelle case sia entro i termini indicati.
«L’idea è giusta, è l’applicazione che è sbagliata», spiega Andrea Minutolo coordinare scientifico di Legambiente, «In città il traffico veicolare e il riscaldamento domestico sono evidentemente le principali fonti di inquinamento. Il blocco del traffico saltuario serve solo a spezzare il trend continuo di superamento della soglia di polveri sottili. Come le domeniche ecologiche questi blocchi sono misure palliative, gocce nell’oceano che non risolvono il problema».
Cosa fare allora? «Se le stesse misure fossero applicate in maniera permanente ci sarebbero miglioramenti oggettivi perché si inciderebbe sulle emissioni totali nell’anno. L’obiettivo finale però deve essere quello di eliminare le auto dalle città perché anche quelle proposte come meno inquinanti lo sono ugualmente, tanto che i Diesel Euro 6, di ultima generazione, non possono circolare in questi giorni a Roma».
Per eliminare le auto dalle città bisogna però cambiare l’intera mobilità cittadina. «Disincentivare all’uso dell’auto con vincoli, divieti, parcheggi aumentati, ztl a pagamento come sta facendo Milano. Dall’altra parte creare alternative aumentando e rendendo efficace il trasporto pubblico, il car sharing, il bike sharing, anche i monopattini elettrici».
L’Italia è il paese europeo con il maggior tasso di motorizzazione in Europa, 66 auto per abitanti in città, più del doppio di altre città europee. «L’incentivo non deve essere da auto vecchia ad auto più recente, ma in abbonamento al trasporto pubblico, minuti sul car sharing, mezzi elettrici».
Anche le auto elettriche? «Solo in parte. Vedremmo dei miglioramenti se passassimo dalle auto attuali alle elettriche, ma nono risolveremmo del tutto il problema perché sono la metà delle polveri sottili vengono dal motore, il restante 50% vengono da usura dei freni e degli pneumatici e dal risollevamento delle polveri già in strada che ci sarebbero comunque».
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