Anche Michelle Obama (con Rula Jebreal) a Sanremo 2020?
L’accordo sarebbe stato raggiunto, ma le polemiche sorte all’indomani delle indiscrezioni ne avrebbero bloccato lo sviluppo. Rula Jebreal, che Amadeus ha confermato essere stata contattata per partecipare al prossimo Festival di Sanremo, si sarebbe detta entusiasta all’ipotesi dell’Ariston. E tanta sarebbe stata l’eccitazione della giornalista palestinese da averla portata a studiare con dovizia di dettagli la fattura del proprio intervento. A rivelarlo, nella tarda serata del primo gennaio, è stato il Corriere della Sera, secondo il quale la Jebreal avrebbe chiesto ad Amadeus di avere sul palco del Festival Michelle Obama, così da poter discutere con l’ex first lady di un tema pregno come quello rappresentato dalla violenza sulle donne.
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Sanremo 2020, Amadeus svela i cantanti in garaLa Jebreal, figlia di una madre morta suicida dopo uno stupro, è da tempo legata alla battaglia. Lo scorso anno, su volontà di Emmanuel Macron, è entrata a far parte di un consiglio formato da trenta donne con lo scopo di offrire consulenza al G7 sulla legislazione anti-violenza. Sanremo, dunque, sarebbe il palco designato a portare un tema tanto delicato e attuale all’attenzione di un pubblico ampio. E Michelle Obama, che la Jebreal su indicazione della Rai avrebbe già contattato, sarebbe l’interlocutore ideale.
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Sanremo 2020, Amadeus: «Tiziano Ferro? Ci sarà tutte e cinque le sere»La Rai vorrebbe l’ex first lady, e così la giornalista. Ma, qualora questa si dovesse dire non disponibile, tutto sarebbe pronto per il piano B. La Jebreal, memore del discorso fatto ai Golden Globes 2018, avrebbe pensato di invitare Oprah Winfrey in caso di rifiuto da parte della Obama. Ma tutto, oggi, sarebbe bloccato.
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Golden Globe 2018: il discorso «presidenziale» di Oprah WinfreyL’indignazione del pubblico e di parte della stampa avrebbe costretto la Rai a tirare i remi in barca, congelando la trattativa a pochi giorni dalla firma del contratto. La Jebreal sarebbe in attesa di una chiamata, e questa tarderebbe ad arrivare nonostante la giornalista abbia chiarito che la metà del suo compenso sarebbe devoluta a supporto delle attività di Nadia Murad, premio Nobel per la Pace 2018 che, già vittima di stupro, è diventata simbolo del genocidio della comunità yazida.