Michele Bravi, il primo concerto dopo l’incidente
Michele Bravi torna sul palco per la prima volta dopo il tragico incidente del novembre scorso in cui una donna aveva perso la vita e per cui si terrà un’udienza preliminare il 5 dicembre.
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Michele Bravi: «Spero di farcela»Il cantante che nel 2013 aveva vinto X Factor e che, prima che tutto si fermasse, stava portando il giro il suo primo romanzo Nella vita degli altri, riparte dall’intimità. L’unico modo possibile per farlo. L’unico modo giusto. Quasi un anno dopo Michele trova il coraggio di riapparire davanti al suo pubblico, in quattro date al Teatro San Babila, andate tutte sold out a poche ore dalla vendita dei biglietti a dimostrare che lo stavano tutti aspettando.Per dargli quell’abbraccio che arriva forte nel primo applauso, non appena appare sul palco. Poco più di cinquecento persone, che sembrano quasi trattenere il fiato. Come forse anche lui, finché non partono le note dei due pianoforti che lo accompagnano, uno suonato da Helio Di Nardo, suo manager e amico e l’altro dal maestro Andrea Manzoni, compositore e produttore, con cui è visibile la complicità. Può avere accanto solo persone di cui si fida, in questo momento, per ripartire.
«Ho pensato tanto a quale sarebbe stata la parola giusta questa sera per iniziare questo concerto, iniziare tutto. Mi è venuta in mente la parola nebbia. Quando si pensa alla nebbia si pensa sempre a qualcosa di fastidioso, invece per me ha sempre avuto un’accezione positiva. Quando a casa mia c’è la nebbia, ti ritrovi un velo davanti agli occhi e ai bambini si è sempre raccontato, me compreso, che è come avere un foglio di carta bianco, davanti agli occhi. E quando hai un foglio bianco puoi ridisegnare tutto. Anche aggiungere cose che non esistono, che non immagini. L’irreale nel reale. La nebbia mi ha insegnato che esiste altro, oltre la logica: è l’immaginazione. Vi auguro che questa sera possiate immergervi nella mia nebbia, nella vostra immaginazione». Con un “buona nebbia a tutti” Michele riprende a cantare, in un percorso di canzoni che parlano di perdersi, che dicono che “nella vita di sicuro non c’è proprio niente”, di desideri che cadono e allora si esprimono nuove stelle. Di speranza. Di distanza. Di fatica. Di amore. Tutto riporta all’anno di silenzio e alle lacrime. Tutto fa pensare che sia fortissimo il bisogno di ricominciare, in un modo diverso, in un modo nuovo. Ma necessario.
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Michele Bravi e il primo post dopo l'incidente«Un’amica una volta mi ha detto che avrei dovuto scrivere un album dal titolo “ho un problema con la parola amore”. Non l’ho mai scritto, ma se dovessi farlo oggi scriverei “io ho un problema quando la parola amore non c’è”. Sento il dovere di parlare d’amore. Si nasconde in tante forme e luoghi diversi. Può suonare a un pianoforte, può venire a un concerto. Può cantare qualche canzone. Imparate a riconoscerlo: non chiudete mai gli occhi». L’amore è al centro in tutte le quattordici canzoni della scaletta. E il percorso è chiaro: in un dialogo continuo, tra discorsi e monologhi teatrali tratti da “La vita non è in ordine alfabetico” di Andrea Bajani, Michele presenta i suoi brani più intensi e lascia spazio anche ad alcune cover. Da Nessuno vuole essere Robin di Cesare Cremonini e l’emozione di essersi sentito solo, a The edge of glory di Lady Gaga, con lui al piano e quel sentirsi sospeso, in bilico tra il dolore e la felicità, fino a Space Oddity di David Bowie, in un bisogno evidente di ritrovare il controllo. E riprenderselo.
C’è anche spazio per La vita breve dei coriandoli, una nuova canzone, cantata per la prima volta fuori dalle pareti di casa sua. «Abbiatene cura» dice. E la sensazione è che il pubblico si debba prendere cura anche di lui. Tutta la sua fragilità è sul palco, dall’inizio alla fine. Tutto il dolore provato. E che sta ancora provando. Tutta la sua forza per buttarlo fuori e provare davvero e dargli una nuova forma, fatta di canzoni.
«Poco tempo fa mi è capitato di imbattermi in una riflessione di Lella Costa sulla grammatica italiana. C’è un modo irrazionale di vivere il tempo. Nel modo indicativo esistono due possibilità di dire il futuro. Futuro semplice, “io farò”, futuro anteriore, “io avrò fatto”. Ci sono tanti modi per dire il passato. Però c’è solo un modo per dire il presente. Ed è davvero irrazionale il nostro vivere l’adesso. Spero che questo concerto possa essere per voi un futuro in qualche chiacchiera. Un ricordo al passato», vivendo il presente con tutta la paura di non arrivare in fondo, per poi scoprire che è questione di giorno per giorno, un passo alla volta e la prima data è andata. Ed è andata molto bene. Perché il dolore può bloccare tutto, ma a volte è l’arte che ti permette di ricominciare a respirare. E Michele questa sera ha respirato forte. E tutti i presenti con lui.
Bentornato.
La scaletta del concerto: Quando un desiderio cade – Tanto per cominciare – Ho imparato a sognare – Pure Imagination – Cambia – Nessuno vuole essere Robin – La vita e la felicità – The edge of glory – Chiavi di casa – Diamanti – Space Oddity – La vita breve dei coriandoli – Ricordami (Coco Soundtrack) – Il diario degli errori