Tafida va al Gaslini, il giudice sulla bimba inglese: «Non deve morire»
La corte britannica, al contrario di quanto fatti in altri casi, non ha accettato la decisione dei medici di Londra. La bimba può andare al Gaslini di Genova
Per i giudici britannici Tafida Raqeeb non deve morire. L’Alta Corte britannica, a differenza di quanto fatto in altri casi noti come quello di Charlie Gard e Alfie Evans, ha accolto il ricorso dei genitori contro la decisione dei medici del Royal London Hospital di sospendere la ventilazione. La bimba di 5 anni è ricoverata da febbraio un intervento al cervello. Ora la accoglierà il Gaslini di Genova che aveva dato la disponibilità già nel luglio scorso.
La piccola è in uno stato di coscienza minima e non soffre secondo quanto riportano i giornali inglesi. I genitori della bambina, Shelina Begum, avvocato di 39 anni, e Mohammed Raqeeb, perito edile di 45, avevano invocato anche la loro fede islamica fra le motivazioni contrarie all’atto di interrompere la ventilazione, peccato grave per la loro religione. Il giudice ha ritenuto ragionevoli le argomentazioni della famiglia e non quelle dell’ospedale che ha definito «nel suo miglior interesse» la decisione di staccare la spina dei macchinari che le sostengono la respirazione.
Secondo la madre «Tafida non sta morendo, non soffre, è stabile e ha bisogno di tempo, avverte anche la mia presenza». «Dieci o 20 anni di inconsapevolezza sono prezzo degno d’essere pagato, mentre 20 anni di sofferenza potrebbero non esserlo», ha detto la giudice. La sua non è un’autorizzazione diretta ad andare a Genova, dove pure il Gaslini è pronto ad accoglierla, ma uno stop alla decisione dell’ospedale e quindi la possibilità per i genitori di farle cambiare centro di cura. Il Royal London Hospital può decidere di ricorrere in appello.
«Un grande ringraziamento a tutti gli italiani per aver creduto nella campagna per Tafida, vorremmo che gli italiani continuassero a sostenerla anche quando arriverà in Italia. In particolare ho un messaggio per il Papa: chiedo che venga a trovarla quando sarà in Italia. Non sono ancora in contatto con lui ma andrò da lui», ha detto la mamma della piccola a Sky TG24.
Soddisfazione dall’ospedale genovese. «Fin da subito abbiamo offerto la disponibilità di accogliere la piccola Tafida e la sua famiglia nel nostro ospedale, poiché non sempre, purtroppo, è possibile guarire, ma sempre è doveroso prendersi cura e offrire spazio di accudimento ed accoglienza» ha detto Paolo Petralia, direttore generale Istituto Giannina Gaslini. «Questo tempo, che viene offerto a Tafida e alla sua famiglia, è una condizione di dignità e qualità di vita, che da sempre al Gaslini viene offerto ai bambini di tutte le nazionalità e in tutte le condizioni. E in questo, ancora una volta, portiamo avanti la missione del nostro fondatore, rivolta ai bambini di ogni condizione, di ogni dove e in ogni tempo».
L’ospedale era stato contattato a fine giugno per un parere sul caso della bambina. Il trasferimento potrebbe arrivare entro 10 giorni. Una équipe di specialisti si occuperà della piccola quando arriverà a Genova. La speranza dei genitori è che la piccola possa tornare a casa e continuare la ventilazione dopo la tracheotomia. Fin dalla sua fondazione l’ospedale genovese è stato un centro di eccellenza di livello internazionale, sorto con un collegamento integrato con l’Università e i centri di ricerca di tutto il mondo.