Greta al vertice sul clima: «Mi avete rubato sogni e infanzia»
«Tutto questo è sbagliato, io non dovrei essere qui, dovrei essere a scuola dall’altra parte dell’Oceano. Invece voi vi rivolgete a noi giovani per avere speranza. Come osate? Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre parole vuote. E io sono uno delle più fortunate». Non manda a dire le cose Greta Thunberg. Parla chiara e diretta al Climate Summit in corso al Palazzo di Vetro dell’Onu. Davanti ha rappresentanti di tutti i paesi del mondo e lei rappresenta le prossime generazioni di quello stesso mondo. Ai governanti dice: #howyourdare (hashtag entrato in tendenza immediatamente), come osate!.
https://twitter.com/GretaThunberg/status/1176209604268691461«Gli occhi delle future generazioni sono su di voi. Non vi lasceremo farla franca, il mondo si sta svegliando, e il cambiamento arriverà che vi piaccia o no» ha detto la 16enne attivista svedese in apertura del vertice. Lei da sola è riuscita a trasformare una protesta solitaria in un movimento globale e non la spaventa apostrofare chi governa il pianeta.
Lacrime e rabbia, questo mostra il volto di Greta. «Per più di 30 anni la scienza è stata molto chiara. Come osate continuare a distogliere lo sguardo e a venire qui a dire che state facendo abbastanza, quando non si vedono ancora da nessuna parte le politiche e le soluzioni che sarebbero necessarie? Con gli attuali livelli di emissioni, il nostro limite di CO2 rimanente sarà consumato in meno di 8,5 anni. L’idea diffusa di dimezzare le nostre emissioni in 10 anni ci dà solo il 50% di possibilità di rimanere al di sotto di 1,5 gradi centigradi, con il rischio di innescare reazioni a catena irreversibili al di là di ogni controllo umano».
https://twitter.com/UN/status/1176111721800318979Il problema di cui parla è attualità non prospettiva futura. «Le persone stanno soffrendo e stanno morendo, interi ecosistemi stanno crollando» ha spiegato a chi deve aggiornare l’Accordo di Parigi, quello che gli Stati Uniti hanno rigettato, e che puntava a limitare il riscaldamento del pianeta entro i 2 gradi. Come ha spiegato il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres: «La natura è arrabbiata e noi ci prendiamo in giro da soli se crediamo di poterla prendere in giro…Il costo più grande lo pagheremo se continueremo a contribuire alla morente industria dei carburanti fossili, se costruiremo altri impianti a carbone, se negheremo ancora ciò che è chiaro come la luce del sole e cioè che siamo un profondo buco climatico e che per uscire dobbiamo, come prima cosa, smettere di scavare».
Non ha seguito il discorso di Greta, ma sorpresa si è presentato anche il presidente americano Donald Trump. Aveva detto che gli Stati Uniti non sarebbero stati fra i paesi presenti al vertice, come non ci sono Brasile, Giappone, Arabia Saudita, Australia e Corea del Sud. Sono giganti, anche dell’inquinamento e delle emissioni in atmosfera di anidride carbonica, e senza il loro contributo difficilmente si arriverà a risultato concreti nonostante la mobilitazione mondiale dei giovani (venerdì le manifestazioni in Italia).
Greta e l’attivista americana Alexandria Villasenor hanno firmato, con altri 14 ragazzi e ragazze tra gli 8 e i 17 anni, una denuncia al Comitato dell’Onu sui diritti dell’infanzia accusando gli stati di aver violato i diritti dei giovani con la loro incapacità e non volontà di affrontare la crisi climatica. «Crisi climatica», ha detto la giovane svedese arrivata, non senza polemiche, in barca a vela negli Usa, «non significa solo il tempo atmosferico. Significa anche mancanza di cibo e di acqua, luoghi invivibili e, conseguentemente, rifugiati».
Dal summit c’è un primo accordo fra 65 paesi più l’Ue. La Climate Ambition Alliance si propone di raggiungere l’obiettivo emissioni zero entro il 2050. 24 paesi hanno dato vita alla Carbon Neutrality Coalition per il contenimento delle emissioni. L’Italia è fra questi. Il nostro paese, con una crescita degli impianti fotovoltaici di oltre il 1000% negli ultimi dieci anni, ha portato un enorme sviluppo dell’energia solare secondo un’analisi di Uecoop, l’Unione europea delle cooperative.