Il cuore grande di Angelina Jolie
Maduro ha riaperto dopo mesi la frontiera tra il Venezuela, in crisi profonda, e la Colombia. Ogni giorno così sono quasi 37 mila i profughi che provano ad attraversare il confine, nel tentativo di fuggire da un Paese che nell’ultimo periodo vede il presidente Maduro sfidare Guaidó, indebolito dopo il fallimento del colpo di stato dello scorso aprile. In mezzo, una nazione allo stremo, in fuga dalla crisi politica ed economica.
L’Agenzia Onu per i rifugiati, l’Unhcr, che ha già accolto milioni di sfollati nei campi profughi al confine, ha deciso di inviare in Colombia Angelina Jolie, una star del cinema mondiale nel tentativo di sensibilizzare la comunità internazionale. E la 43enne, ancora una volta, non si è tirata indietro. Il premio Oscar, che dal 2001 è ambasciatrice di buona volontà dell’Unhcr e da tempo si batte per sostenere i diritti delle donne e dei più deboli nelle aree più calde del pianeta, è arrivata a Riohacha, a visitare uno dei campi in cui vengono accolti i giovani venezuali vittime di reati sessuali. Poco prima, l’attrice aveva incontrato il presidente colombiano Iván Duque a Cartagena, ringraziandolo a nome dell’Onu per la sua «straordinaria generosità».
«Gli ospedali di frontiera qui curano ormai lo stesso numero di venezuelani e di locali, molte scuole hanno raddoppiato il numero di studenti: i Paesi che li stanno accogliendo cercano di gestire una situazione ingestibile con risorse insufficienti. Ma quando la casa del tuo vicino va a fuoco non ti basta chiudere la porta per essere al sicuro», ha dichiarato Angelina in mondovisione. E ancora: «Oggi, nel mondo, abbiamo più che mai bisogno di umanità, e di persone che non abbiano paura di assumersi responsabilità e di dare prova di leadership».
Quando per la prima volta si è avvicinata all’organizzazione delle Nazioni Unite, Angelina l’ha fatto perché voleva «conoscere il mondo in prima persona», incontrare coloro che erano «vittime innocenti» della guerra nel tentativo di comprendere la loro situazione e tentare, un giorno, di diventare parte della ricerca di una soluzione. All’epoca Angie aveva 24 anni ma era già una superstar di Hollywood, aveva vinto un Oscar (con Ragazze interrotte) e aveva appena finito di girare il primo capitolo di Tomb Raider.
E quella in Colombia è stata la sua sessantacinquesima missione. E se, nel vedere le sue foto a pochi chilometri dal confine col Venezuela, in molti hanno solo notato la sua «eccessiva magrezza», la star va avanti per la propria strada, prestando attenzione solo a ciò che davvero le sta a cuore. Nella vita dell’ex moglie di Brad Pitt e mamma di sei (Maddox, Pax, Zahara, Shiloh Nouvel e i gemelli Vivienne e Knox), c’è infatti grande spazio per l’impegno umanitario. Una vocazione che spera di avere trasmesso ai suoi ragazzi: « [I miei figli] hanno tutti una bella parte ribelle che è meravigliosa e curiosa».