Mappa dell’odio sui social: migranti, ebrei e donne i più colpiti
L’odio social cresce. Se mai ci fosse bisogno di qualcuno che lo accertasse, è stata presentata la quarta edizione della Mappa dell’Intolleranza, il progetto di Vox Diritti, l’Osservatorio Italiano dei Diritti, sviluppato in collaborazione con l’Università Statale di Milano, Università La Sapienza di Roma, Università Aldo Moro di Bari e il dipartimento di sociologia dell’Università Cattolica di Milano.
Una fotografia del clima che si respira in Italia attraverso l’analisi dei tweet fatti tra marzo e maggio 2019, in piena campagna elettorale per le Europee. Una fotografia che parla di intolleranza e dai cui dati emerge un paese sempre più incattivito, in cui l’odio contro i migranti è salito del 15,1 per cento, rispetto al 2018. Non solo: sul totale dei cinguettii che hanno come oggetto i migranti, quelli di odio sono il 66,7 per cento e sul totale di cinguettii negativi, quelli contro i migranti sono il 32 per cento: ciò significa, spiegano i curatori del rapporto, che «un hater su tre si scatena contro “lo straniero”».
https://www.youtube.com/watch?time_continue=5&v=ULu4MygsERULa Mappa dell’Intolleranza 4.0, ha spiegato Silvia Brena, cofondatrice di Vox, mostra alcune evidenze assai significative del clima che si respira nel Paese: il ruolo dei social media, ormai come corsia preferenziale di incitamento all’intolleranza e al disprezzo nei confronti di gruppi minoritari o socialmente più deboli e poi l’impatto che il linguaggio e le narrative della politica hanno sulla diffusione e la viralizzazione dei discorsi d’odio.
Con una conseguenza allarmante: che oggi sembra bastare un tweet del ministro dell’Interno per chiudere i porti italiani alle navi trasportanti richiedenti protezione, potenzialmente titolari di un diritto fondamentale garantito dalla Costituzione: il diritto d’asilo (art. 10, comma 3 Cost.).
La mappa dell’odio
Torna l’odio verso gli ebrei, che nel 2018 era «quasi inesistente»: dall’inizio di quest’anno, è cresciuto del 6,4 per cento. Sono stati calcolati su un totale di 19.952 tweet relativi agli ebrei, circa 15200 negativi. Interessante scoprire da dove il tweet viene inviato, perché emerge che le città più intolleranti verso le persone di religione ebraica sono soprattutto a Roma e Milano.
La religione viene presa molto di mira: l’altra categoria verso cui si indirizza grande parte dell’odio online, sono i musulmani, che hanno visto una impennata di quasi il 7 per cento di tweet intolleranti nei loro confronti.
Non mancano le donne, le quali rientrano nella classifica tra le categorie più odiate online. Quest’anno l’aumento è stato dell’1,7 per cento rispetto allo scorso anno.
A sorpresa gli omosessuali invece registrano un dato positivo: segno, anche, del cambiamento culturale prodotto dall’approvazione della legge sulle unioni civili e dalle tante campagne di sensibilizzazione. I tweet intolleranti verso di loro scendono del 4,2 per cento. Anche qui, interessante scoprire che la maggior parte dei cinguettii negativi verso gay e lesbiche arrivano da Milano (con 4083 tweet negativi su un totale di 5719) e Roma (con 18.284 cinguettii raccolti in totale di cui negativi sono 12.826).