Lena Waithe: «Tutti dovremmo aver paura di fallire»
Lena Waithe, attrice e sceneggiatrice originaria di South Chicago, lesbica dichiarata e militante per i diritti LGBTQ è stata la prima donna di colore a ricevere un Emmy per la sceneggiatura di una commedia, grazie alla puntata di Thanksgiving della serie «Master of None». Quante altre prime volte per le donne di colore vorrebbe vedere nel mondo dell’intrattenimento? «Non abbiamo ancora mai avuto una donna nera miglior regista o ricevere un premio per miglior sceneggiatura di un film, e per quel che ne so neanche per miglior adattamento. Penso che ci saranno molte altre prime volte». E’ un problema di discriminazione? «E’ una questione di tempi. Fino a qualche anno fa le persone di colore neanche potevano andare agli Oscar, ci stiamo mettendo al passo con i tempi».
Pioniera nel suo campo e artista poliedrica Lena Waithe è l’invitata di Mercedes-Benz alla London Fashion Week Menswear di quest’anno, per la seconda edizione del programma «How To». Un invito rivolto a personalità dello show-biz a «imparare qualcosa di nuovo».
«Penso che ognuno di noi dovrebbe imparare a fare qualcosa di nuovo ogni tanto, sfidarsi e avere paura di non riuscire fa bene». Con questo approccio la Waithe si è data al taglio e cucito, e insieme agli stilisti Christopher Raeburn e Duran Lantink, ha realizzato un bomber utilizzando materiali provenienti dalle tute ignifughe dei piloti Mercedes Formula E. Un modo per portare l’attenzione sull’importanza della sostenibilità intesa non solo come acquisto consapevole, ma anche come invito a riutilizzare di più.
«La sostenibilità è un tema su cui tutti dobbiamo sentirci coinvolti, è il focus dei nostri tempi e ognuno deve fare la sua parte. Dall’installare pannelli solari a casa, a usare macchine elettriche, fino a riutilizzare materiali e vestiti. Pensate alle persone che sono emarginate e che non hanno i mezzi per comprare cose nuove. Trasmettere un messaggio che si può rendere nuovo qualcosa che si ha già, è importante».
Cresciuta in un quartiere difficile, Lena è uscita dal ghetto grazie al supporto della sua famiglia. Le abbiamo chiesto se pensa che l’accesso ai social media possa aiutare i ragazzi in situazioni difficili: «I social media sono una cosa fantastica, aprono una finestra su altri mondi. Certo c’è il rischio che i ragazzi incappino in cose che vogliono provare senza sapere come, ma possono anche entrare in contatto con persone che altrimenti non avrebbero mai incontrato. Sì, credo che l’accesso ad altri mondi sia bello.
Non so cosa avrei fatto io se li avessi avuti, ma un po’ sono contenta che non ci fossero perché sono stata capace di sognare, di pensare a quanto lontano volessi andare».
E ora li usa? Le capita di essere contattata via social media? «Sì capita, io non faccio cose appositamente per ispirare le persone, voglio solo essere una brava artista, ma se nel farlo qualcuno può sentirsi ispirato da me va bene. Però quello che voglio è che ognuno viva la sua vita al meglio, non copiare la mia».
https://www.youtube.com/watch?v=Zh2BUCOqDbETornando al mondo dell’Entertainment, cosa guarda in tv un’attrice e addetta ai lavori vincitrice di un Emmy Award come sceneggiatrice?
«Non sono una di quelle persone del settore che non va al cinema o non guarda la tv. Io sono prima di tutto una spettatrice ed è pieno di show interessanti lì fuori, alcuni ti ispirano a far meglio». L’ultimo show che ha guardato tutto d’un fiato? «L’ultima serie di Black Mirror, ben scritta, eseguita bene, alla fine sono una fan». Uno show da consigliare al pubblico italiano? «Wanda Sykes: Not Normal. Lei è bravissima.»
Per finire, la prossima cosa che vorrebbe imparare? «L’altro giorno ero in hotel e c’era una chitarra in un angolo e ho pensato: “Sarebbe dope se sapessi intonare una canzone dei Beatles!».
Il lavoro fatto da Lena Waithe insieme a Raeburn e Lantink è diventato un intero guardaroba di pezzi unici realizzati tutti con oggetti e abiti pre-esistenti. Nella gallery tutte le foto della collezione e del party di lancio tenutosi a Londra sabato 8 giugno.