Next Generation di Unicef Italia, la community di giovani dalla parte dei piccoli
Quando sono stati invitati ad aderire al progetto non hanno esitato ad accogliere la sfida. Stiamo parlando del gruppo di under 40 che hanno deciso di prendere parte alla community Next Generation di UNICEF Italia impegnandosi in nuove attività di sensibilizzazione e raccolta fondi.
Francesca Airoldi, Ennio Alagia, Matteo Baldi, Grace Balzarini, Valentina Botto, Andrea Busnelli, Alberto Cartasegna, Gabrielle Caunesil, Riccardo Crenna, Diletta Fenicia, Vrinda Ferrari, Giorgio Finzi, Virginia Galateri Di Genola, Jennifer Grappeggia, Francesco Marconi, Luca Marin, Orlando Merone, Ottavio Missoni, Filippo Mottolese, Marco Mottolese, Ilaria Norsa, Caterina Priolo, Ginevra Rossini, Simone Sajeva, Matteo Sarzana, Francesca Senia, Giuseppe Stigliano, Alessandro Tommasi, Valsecchi Virginia. Sono loro i ragazzi che sfrutteranno le proprie conoscenze, professionalità e abilità per permettere a UNICEF di raggiungere sempre più giovani, adolescenti e bambini con programmi di istruzione, salute e protezione.
«Vogliamo fare la nostra parte, attraverso azioni concrete, sensibilizzando le nuove generazioni su queste tematiche e sperimentando strategie di raccolta fondi innovative e contemporanee per aiutare l’UNICEF ad assicurare diritti, opportunità e futuro a tanti bambini, adolescenti e giovani a cui i diritti non sono garantiti, anche se dovrebbero esserlo. Aderire a NextGen UNICEF Italia ci permette di agire e non stare a guardare. Ci permette di diffondere l’idea che promuovendo una comunità aperta e inclusiva si può creare una società migliore, con più opportunità per tutti. Noi siamo pronti e pensiamo che lo saranno anche molti amici e coetanei che coinvolgeremo nei prossimi mesi nelle sfide che ci attendono, negli eventi e nelle campagne di comunicazione e donazione che organizzeremo» – dichiarano all’unisono i membri di Next Generation UNICEF Italia.
Il primo obiettivo della community è quello di supportare gli UNICEF Innovation Labs in Libano, una rete di spazi collocati su tutto il territorio libanese che permette a centinaia di giovani rifugiati siriani, rifugiati palestinesi e libanesi vulnerabili, tra i 16 e i 24 anni, di accedere a un percorso di apprendimento alternativo e innovativo e prepararsi al mondo del lavoro. Grazie ai Labs, l’UNICEF riesce a offrire a questi studenti la possibilità di costruirsi un futuro e diventare agenti positivi di cambiamento nel proprio paese.
«Noi founder lo abbiamo visto con i nostri occhi, essendo appena tornati da una missione in Libano. Una esperienza indimenticabile che ci ha permesso di capire meglio il lavoro dell’UNICEF e ci ha convinti ancora della bontà di questo progetto e della sfida grande che ci attende»- dichiarano Tommaso Chiabra, Elena Lavezzi, Riccardo Pozzoli e Charley Vezza.