Tutte in minigonna, il 6 giugno (ma non solo)
Nel 1963 va a Mary Quant il merito di aver «liberato» le gambe delle donne grazie alla mini skirt, il «pezzo di stoffa» che l’universo femminile, dall’era Sixties, indossa tutti i giorni dalla mattina alla sera. La stilista londinese mise prima una sua creazione in vetrina nella sua boutique Bazaar, in King’s Road, a Londra, e successivamente fece indossare i suoi primi modelli alla filiforme Leslie Hornby, in arte Twiggy, ancora oggi portabandiera del capo brit per eccellenza.
La gonna «sforbiciata due pollici sopra il ginocchio», ça va sans dire, fece subito scalpore proprio perché enfatizzava non solo le gambe ma l’intera silhouette delle donne. E creò anche dibattiti sulla paternità della minigonna stessa. Per i francesi fu il designer André Courrèges ad aver ideato per primo la mini-jupe, per altri lo stilista John Bates e per altri ancora la costumista Helen Rose. Ma la verità la disse la stessa Quant: «Né io né Courrèges abbiamo avuto l’idea della minigonna. Le vere creatrici sono le ragazze che si vedono per strada».
Mary Quant (oggi 85enne), ribattezzata anche la «paladina dell’emancipazione e della minigonna» proprio perché, ufficialmente, nell’era della Swinging London, è stata la prima ad aver accorciato gli orli e ad aver reso felici e orgogliose le donne di mostrare le loro gambe, è oggi in mostra, fino al 16 febbraio 2020, al Victoria & Albert Museum, con una retrospettiva di circa 120 delle sue creazioni, ideate tra il 1955 e il 1975.
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Mary Quant, una mostra celebra la paladina della minigonnaIl suo «pezzo di stoffa», diventato un fenomeno mondiale per la sua facile portabilità, ha anche una giornata mondiale dal significato importantissimo, che si celebra il 6 giugno di ogni anno, dal 2015. Il merito va a Rachid Ben Othman, presidente tunisino della Lega per la difesa della laicità e delle libertà, che ha voluto incitare le sue concittadine a indossare una minigonna come gesto di solidarietà contro le discriminazioni. La motivazione originaria? Una ragazza algerina non aveva potuto sostenere gli esami scolastici perché la sua gonna venne ritenuta troppo corta. Il messaggio è oggi worldwide perché, come lei, nessuna donna deve sentirsi a disagio o considerarsi troppo nuda se indossa una minigonna.
In tutti questi anni la mini skirt si è, insomma, evoluta. Non solo nel suo messaggio, ma anche in forme e tessuti. Negli anni Ottanta, per esempio, era indossata per andare a lavoro, abbinata a una giacca dalle spalline over. Negli anni Novanta era in denim o in tessuto stretch, possibilmente nero; nei Duemila era a vita bassissima e abbinata a cinture vistose.
Oggi è uno dei must-have del guardaroba e i designer la propongono in svariati modelli, da quelle più bon ton, con bottoni e a tinte pastello, a quelle boho-chic, ricchi di balze, dettagli in pizzo e floral print.
Nella gallery 30 minigonne da indossare per tutta la bella stagione con un obiettivo: essere orgogliose delle proprie gambe.