Giammarva: “La vicenda di Zamparini non può influire sulla cessione. Indagini? Il mio era un atto dovuto”
L'ex presidente dei rosanero ha parlato dell'attuale situazione societaria del club di Viale del Fante
Giovanni Giammarva torna a commentare l'attuale situazione societaria del Palermo. Daniela De Angeli e Rino Foschi sono costantemente impegnati nella ricerca di un imprenditore disposto ad acquistare in toto le azioni del club rosanero, e la voce relativa ad una possibile cessione al fondo statunitense York Capital Management sembra essere attualmente quella più plausibile. Il topic della cessione è chiaramente il più caldo del momento, e sembra interessare particolarmente anche l'ex presidente del club di Viale del Fante, che ha rilasciato le seguenti dichiarazioni nel corso di un'intervista ai microfoni di TRM: "Autoriciclaggio e riciclaggio sarebbe un sistema utilizzato per trasferire soldi in altre società. Per quello che ho visto, il fatto che delle somme andavano e tornavamo secondo l’accusa servivano anche a non fare intervenire l’agenzia delle entrate, c’è da discutere. Quando si parla di gruppi di società collegate, utilizzare il credito è normale. Non c’erano motivi per pagare 20 milioni tutti assieme. Quando società fanno parte dello stesso gruppo, la gestione finanziaria è gestita con vasi comunicanti. Il fatto che ci sia stato questo trasferimento da una società all’altra, non ci vedo nulla di male. Che poi ci sia stato dell’altro lo decideranno gli inquirenti. Vicenda Zamparini quanto influisce su cessione? Penso niente, sono due posizioni diverse. Oggi la società risulta non essere più sua. Che possa nuocere l’acquirente deve valutarlo l’acquirente stesso. Per quanto riguarda lo scenario del credito si deve valutare con attenzione. Se arriva società nuova e mette liquidità il problema è risolto. Indagini Palermo e Caltanissetta? È da 25 anni che lavoro con tribunali e procure di tutta la Sicilia. Con i pm di Palermo in particolare, proprio con quelli che mi indagano. Non mi sono reso conto come mai dall’essere un professionista stimato sono stato ritenuto come un criminale o delinquente perché avrei dato alla Covisoc una situazione patrimoniale con 40 milioni di credito. La procura ritiene che questo credito non sia vero e ha indagato anche su di me. Ma il mio era un atto dovuto".