Tokyo 2020, Francesca Dallapé: «Il mio tifo per Vanessa Ferrari e i giochi visti da casa»
«Un percorso iniziato 5 anni fa con tante difficoltà, tre operazioni ai piedi. Penso che essere arrivata fino a qui sia qualcosa di incredibile e non potevo sognare modo migliore di qualificarmi per questa finale. Ho lavorato tantissimo. Cercherò di dare il massimo, come ho sempre fatto, perché nessuno mi ha mai regalato niente. La Gara è gara ma sappiate che ci crederò fino in fondo!!! Vi chiedo il massimo supporto per tentare l’impresa». È il messaggio di Vanessa Ferrari per la sua gara, il corpo libero, alle Olimpiadi di Tokyo (ore 10 e 45 su Rai Due e Discovery+), i suoi quarti giochi costellati di quarti posti.
Si merita la medaglia Vanessa che ha trent’anni e fa ginnastica da una vita. Era campionessa del mondo già nel 2006, è salita su decine di podi, in Italia e nel mondo. A fare il tifo per lei, nella gara in cui non ci sarà Simone Biles, c’è un’atleta che ha un percorso sportivo in parte simile. Francesca Dallapé ha vinto l’argento nell’agosto di 5 anni fa a Rio nei tuffi sincro da tre metri con Tania Cagnotto, dopo un quarto posto a Londra 20121 che ha fatto male a lungo. Il suo pensiero in questa Olimpiade è per tutti gli atleti, ma in particolare per Vanessa Ferrari.
«Si meriterebbe una medaglia. Io la seguo come atleta e anche sui social. Ammiro la sua determinazione come quella di Federica Pellegrini» dice la tuffatrice trentina che, dopo tre edizioni da partecipante, segue Tokyo da casa. «Ognuna delle edizioni a cui ho partecipato mi ha regalato emozioni diverse: nel 2008 a Pechino il sogno di partecipare, il divertimento, la spensieratezza, nel 2012 a Londra la delusione e a Rio nel 2016 il riscatto».
Ai giochi che sono ai giochi di Tokyo augura di provare le sensazioni della sua prima Olimpiade, ma tutte le emozioni, anche quelle negative, sono servite nella sua vita da sportiva. «Il 2012 è stata una delusione molto forte ma mi ha insegnato tanto e mi ha fatto continuare a cercare di realizzare il mio sogno fino a Rio». Qui il momento più bello, l’uscita dall’acqua, realizzare di avercela fatta e l’abbraccio con Tania.
«La cosa più bella delle olimpiadi? Il clima che si vive è indescrivibile. Gli atleti stanno dando, anche in una situazione come quella di Tokyo, senza pubblico e con regole molto rigide, un grandissimo segnale. Stanno facendo grandi cose. È stato giusto fare questi giochi proprio per il segnale di speranza che stanno dando».
Francesca Dallapè non dimentica anche la fatica delle olimpiadi, la pressione che c’è sugli atleti. A prevalere è però un altro sentimento. «Provo una certa malinconia, ma sogno guardando gli altri. Da casa però è strano. C’è il desiderio di esserci (prima del Covid con Tania Cagnotto avevano provato la qualificazione ndr), ma la vita prende altre vie. Anche da mamma resto sempre atleta, non riesco a stare ferma e sogno di aprire una scuola di tuffi».