Cuffiette – I podcast e gli audiolibri di maggio 2021
Carla Fiorentino ha 42 anni, è nata a Cagliari, sogna di aprire una casa editrice di libri ironici, adora cucinare, è scrittrice (ha pubblicato due romanzi) ed è la direttrice editoriale e commerciale di Emons che, oltre a essere un editore e a fare podcast, è la casa di produzione di audiolibri più grande del nostro Paese (è stata anche la prima, quella che ci ha creduto prima di tutti). Questo mese è lei la protagonista di una puntata di Cuffiette che sarà focalizzata sugli audiobook (in gallery, oltre alla solita selezione di podcast che ho ascoltato e mi sento di consigliarvi, trovate anche un mini speciale sui finalisti del premio Strega, la cui cinquina verrà annunciata il 10 giugno. Suggerimento: quest’anno, per tenervi in pari con le letture, potreste ascoltare anche qualche audiolibro).
Carla, come si fa a diventare direttrice editoriale e commerciale del produttore di audiolibri più importante d’Italia?
«Mi sono laureata in Sociologia della letteratura a Roma e poi ho avuto un’esperienza di 12 anni nell’editoria cartacea. Con Emons avevo un’amicizia professionale: noi di Nottetempo, l’editore per il quale ho lavorato a lungo, condividevamo con loro lo stand al Salone di Torino. Cinque anni fa, quando l’audiolibro stava per esplodere, hanno deciso di riorganizzarsi internamente e mi hanno chiamata come direttrice commerciale. L’anno scorso ad aprile, quando abbiamo lanciato il dipartimento dedicato ai podcast e alle serie audio, ingrandendoci ancora di più, sono diventata anche direttrice editoriale».
Il 2020, grazie alla pandemia, è stato l’anno in cui gli audio hanno avuto una crescita esponenziale: voi avete anche inaugurato Emons Raga, la nuova collana di audiolibri per ragazzi con contenuti speciali.
«È una dimostrazione che, anche dalle disgrazie, possono nascere a volte delle opportunità. Fino al 2019, il nostro fatturato era composto per il 60% dalle vendite degli audiolibri in libreria e per il 40% da quelle sul digitale: adesso la proporzione si è ribaltata. Questo è avvenuto anche grazie a grandi piattaforme come Audible e Storytel che hanno permesso la crescita del bacino di utenti. E non sai quanti ascoltatori ci hanno ringraziato, in questo ultimo anno, perché grazie ai nostri prodotti sono riusciti a superare i peggiori momenti di solitudine durante il lockdown».
Come scegliete i titoli che diventeranno audiolibri?
«Facciamo delle riunioni di redazione in cui invitiamo tutti, dai più giovani ai più grandi, a portare i loro libri del cuore, perché gli audiolibri che funzionano sono quelli amati da coloro che ci lavoreranno. Questa è la nostra prima regola, senza contare poi che Sergio Polimene, direttore generale della casa editrice, e Flavia Gentili, la nostra regista, o meglio, “la signora delle sale di registrazione”, sono stati due librai e hanno, quindi, un grande intuito in materia di libri. In secondo luogo, crediamo che uno dei nostri compiti sia quello di rendere accessibili, attraverso l’ascolto, quelli che sono i libri-mostro, opere come Vita e destino di Grossman, Il Maestro e Margherita di Bulgakov – che letto da Paolo Pierobon è un ascolto orgasmico -, Anna Karenina di Tolstoj: l’audiolibro ha la capacità di portarti fuori, di alleggerirti dalla responsabilità della lettura che, in definitiva, affidi a qualcun altro».
Ricevete proposte di libri anche dagli attori stessi?
«Sì. Seguiamo spesso segnalazioni dei nostri attori di riferimento, Fabrizio Gifuni, Tommaso Ragno, Iaia Forte, Anna Bonaiuto, Massimo Popolizio. Ad esempio, tempo fa Ragno ci disse che avrebbe voluto leggere Persiane verdi di Simenon perché era un suo libro del cuore, e noi lo abbiamo fatto. In questo modo, tra lettore, libro e regista si crea una speciale sintonia degli animi, un amore che, noi siamo convinti, passa anche attraverso l’ascolto».
Una curiosità tecnica: che rapporto c’è tra il tempo di registrazione e la durata finale dell’audiobook?
«Circa il doppio: le 42 ore di Anna Karenina corrispondono a circa 80 ore in sala registrazione».
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Il 2021 è l’anno in cui vi lasciate in un progetto monumentale: l’audiolibro, o meglio, gli audiolibri della Recherche di Proust, nella traduzione di Raboni.
«È un progetto ambizioso e curatissimo, a partire dalle copertine realizzate, una diversa per ogni libro, da Manuele Fior. Il primo, Dalla parte di Swann, è uscito a marzo e lo abbiamo affidato ad Anna Bonaiuto. In molti ci hanno chiesto perché abbiamo optato per una donna: abbiamo ritenuto che il bello di Proust è che la sua narrazione non abbia sesso. Il secondo avrà la voce di Popolizio, il terzo di Iaia Forte e il quarto di Ragno. Quest’anno ne usciranno quattro, nel 2022 gli altri tre. Ogni audiolibro sarà introdotto da un audio della scrittrice Ilaria Gaspari, che racconterà alcuni aneddoti sull’opera. Abbiamo scelto lei perché volevamo una voce di lettrice giovane e appassionata. Gaspari, tra l’altro, l’anno prossimo realizzerà con noi proprio un podcast originale su Proust».
Come avviene la fase di registrazione?
«Ci serviamo di tre studi, due a Roma e uno a Milano, ma siamo anche itineranti a seconda di dove si trova il nostro attore. Per Lamento di Portnoy, la nostra regista e i tecnici sono andati a Berlino perché in quel momento Luca Marinelli viveva lì. Seguiamo tutto il processo, dall’inizio alla fine: dopo la scelta del titolo, la regista inizia a lavorare sul testo, aggiungendo accenti, pause e indicazioni varie. Poi c’è la postproduzione, dove il suono viene pulito. Diamo anche suggerimenti agli attori su che cosa mangiare, perché anche un piccolo gorgoglio dello stomaco si potrebbe riverberare nell’audio!».
Ora avete anche un dipartimento specializzato in podcast. Su che tipo di prodotti vi state orientando?
«Il reparto serie audio è stato inaugurato con L’avvocato Guerrieri di Gianrico Carofiglio, letto anche da Francesco Montanari, che è stato un grande successo così come Polvere, sulla ricostruzione del caso Marta Russo, una serie creata e letta da Chiara Lalli e Cecilia Sala dietro alla quale c’è un grande lavoro di scrittura. In programma ora abbiamo C’est la Mou, dove la cantantessa Erica Mou racconta storie di donne espatriate, e prima delle estate La notte in cui cadono le stelle, un podcast dal sapore surreale, tra il noir e il fantasy, di Simona Baldelli. Nella seconda parte dell’anno poi uscirà I diari del limbo di Manlio Castagna, che sarà un horror per adolescenti».
Tu quali ascolti?
«Sono una grandissima fan di Morgana che secondo me riesce a trovare il punto giusto tra ironia e informazione: per me è il migliore podcast italiano. Poi mi piacciono La piena di Matteo Caccia e Veleno e Buio di Pablo Trincia».
Nel 2020, il primo podcast di Emons, però, è stato il tuo, Forty. Come è nato?
«Avevo appena compiuto 40 anni e ho deciso di buttarmi, io e la mia penna ironica, a scrivere queste brevi puntate nelle quali giocavo sul concetto di “superpoteri” applicato ai quarantenni, dalla paura di invecchiare, di ingrassare, del fregarsene di un mucchio cose. Ne sono venuti fuori sei episodi più uno speciale dedicata alla quarantena. Aggiungo anche che alcuni ho dovuto, causa pandemia, registrarli da sola dentro l’armadio di casa mia (dando le spalle alle ante), perché era l’unico luogo della casa dove i rumori sarebbero stati un po’ attutiti. Il testo lo avevo sul tablet e, in una cuffia, potevo sentire la nostra regista collegata da casa sua. È venuto fuori piuttosto bene ed è stato molto divertente farlo».
A giugno Forty diventerà anche un romanzo.
«Sì. Uscirà per Fandango, l’editore con il quale ho pubblicato anche i romanzi I tonni non nuotano in scatola e Che cosa fanno i cucù nelle mezz’ore, e avrà come sottotitolo Viaggio semiserio nei superpoteri dei quarantenni. Alcuni capitoli ho dovuto estenderli, altri li ho scritti proprio da zero: da sei sono diventati 20, e saranno più introspettivi, perché ho incluso temi come la nostalgia, il tempo libero e il “verdismo”. Tra questi poi ne sceglierò alcuni, che dovrò questa volta ridurre, per farne una nuova stagione del podcast. Un lavoro piuttosto intenso!».
C’è qualcosa di cui sei particolarmente fiera nel tuo lavoro?
«Sì. Per Emons è appena partita una mia collana di audiolibri digitali, chiamata “I comodini”, che sono quei libri che vanno al di là del circuito del bestseller perché, per la loro forza, si sono conquistati il mio comodino di lettrice. Il primo è La figlia unica di Guadalupe Nettel letto da Elena Radonicich, poi arriveranno L’estate che sciolse ogni cosa di Tiffany McDaniel e Ragazza, donna, altro di Bernardine Evaristo. Sono dei veri gioielli. Sono anche orgogliosa del fatto che ogni audiolibro sarà accompagnato da un podcast ad hoc pensato come un consiglio-commento da parte di chi ha veramente amato quel libro. Per La figlia unica le voci saranno quelle di Paolo Girella, direttore Emons Record, Lorenzo Ribaldi di La Nuova Frontiera e sempre la nostra Ilaria Gaspari».
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