Salvatore Cimmino: «Nuoto per dare voce a 5 milioni di persone con disabilità»
«Questo Giro d’Italia nasce per ricordare a tutto il nostro paese che la disabilità è nella società, non nelle persone. Non esistono i diversamente abili, siamo tutte persone. È disabile invece un quartiere, una casa, un appartamento. Il mondo è abitato da persone con peculiarità e caratteristiche differenti e questa diversità è una risorsa».
17 tappe da qui al 9 ottobre per un totale di 400 chilometri nuotati contro tutti i diritti violati. Li fa Salvatore Cimmino che ha ideato nel primo lockdown il Giro d’Italia a nuoto 2021, per i diritti delle persone con disabilità, all’interno del progetto A nuoto nei mari del globo, per un mondo senza barriere e senza frontiere.
https://www.youtube.com/watch?v=0VY_H_afK2cIl nuotatore campano, classe 1964, è stato colpito da un osteosarcoma a 15 anni e gli è stata amputata una gamba del femore. Non era un nuotatore prima. Lo è diventato a 41 anni. «Ho cominciato a frequentare una vasca per motivi di fisioterapia. La mia colonna vertebrale non riusciva a sostenermi perché avevo un dispositivo obsoleto alla gamba», spiega. A nuoto ora percorre quelle che lui chiama «le enormi distanze fra la disabilità e la società civile». La sua prima traversata senza l’ausilio di protesi performanti è stata la Capri- Sorrento di 22 chilometri. Dopo sono venuti i giri d’Italia e d’Europa, le traversate dello stretto di Messina e di Gibilterra, del Canale della Manica.
https://twitter.com/CimminoSalvator/status/1389821144438611968Nei prossimi sei mesi toccherà tutte le regioni italiane con un tratto di costa e anche il lago d’Iseo con progetto patrocinato dall’associazione dei comuni italiani, dalla marina militare, dal Coni, dalla Lega Navale Italiana, dalla Cooperazione italiana (da anni Cimmino porta aiuti in Congo), la Guardia Costiera. La prima tappa nel mare ligure da Ventimiglia a Sanremo, la più lunga la Palermo-Ustica, di 67km, l’ultima il 9 ottobre da Duino a Trieste. «L’obiettivo è spostare l’attenzione su 5 milioni di persone a cui si aggiungono le loro famiglie: sono bloccate dalla mancata applicazione di leggi che esistono. A queste persone è preclusa la partecipazione alla vita attiva del paese».
Un’impresa sportiva e una battaglia politica condotta al fianco dell’Associazione Luca Coscioni, per l’abbattimento delle barriere architettoniche e nel nome del diritto alla Salute: «da 4 anni mancano i decreti attuativi dei livelli di assistenza garantiti che farebbero entrare la tecnologia nella vita delle persone». La condizione di moltissime persone con disabilità è peggiorata con la pandemia a causa dell’impossibilità di uscire che ha portato anche a dover interrompere percorsi di riabilitazione. «Sono le stesse persone fragili che muoiono perché altri ricevono un vaccino a cui non hanno diritto. Viviamo in un paese egoista che fa dell’indifferenza una ragione di vita. La disabilità è dello Stato» aggiunge Cimmino.