Anne e Kirk Douglas, come Sandra e Raimondo: l’amore che non si spegne
«Che noia, che barba. Che barba, che noia». La ricorrente lamentela di Sandra Mondaini, prima di addormentarsi al fianco del suo Raimondo, è una delle citazioni cult della televisione italiana. Chiudeva ogni episodio della loro famosa sit-com, nonostante le assurde avventure in cui i coniugi Vianello – nella realtà e nella fiction – si ritrovavano costantemente coinvolti. «Io sono stufa», sbuffava lei prima di scalciare sotto il piumone, mentre lui – impassibile – continuava a leggere il giornale.
Una scena che, nella sua semplicità, rappresentava alla perfezione il loro legame, basato su ironia e complicità. Due ingredienti indispensabili che ritroviamo alla fondamenta di tutte le lunghe storie d’amore: se reggono quelli, la relazione va avanti. Non solo: come fossero due tiranti, anno dopo anno uniscono talmente tanto la coppia da renderla una sorta di blocco unico. Il confine tra uno e l’altra, infatti, si sbiadisce e il binomio assume compattezza, si salda grazie a quei sorrisi e a quel sostegno.
E cosa succede quando un pezzo del tandem viene a mancare? In questi casi può avvenire che chi sopravvive non regga il dolore. È capitato appunto a Sandra e Raimondo, con lei che nel 2010 è morta cinque mesi dopo il marito; adesso ad Anne Douglas, scomparsa poco più di un anno dopo la dolce metà, il celebre attore Kirk, l’uomo con cui ha trascorso 65 dei suoi 102 anni. «Mio padre non è mai riuscito a mantenere un segreto, Anne era l’opposto», ha rivelato Michael, figlio di Kirk e della prima moglie.
Sì, perché affinché una relazione duri, non è obbligatorio essere simili. Anzi, a volte è persino sconsigliato. E – stando ai racconti di Anne – in certi casi può essere necessario pure chiudere un occhio: «Mio marito non ha mai cercato di nascondermi le sue avventure», ha rivelato in un memoir. «E io, da europea, ho capito che non era realistico aspettarsi la totale fedeltà da un matrimonio». Insomma, ognuno trova l’equilibrio della sua relazione in base al proprio carattere e alle proprie inclinazioni.
Prova ne é la regina Elisabetta, per oltre 73 anni al fianco del principe Filippo. Adesso che lui se n’è andato, in tanti si chiedono come reagirà la sovrana, se riuscirà a voltare pagina, da sola: lei, che difficilmente lascia trasparire le emozioni, durante il funerale a Windsor ha tirato fuori il suo lato più umano, isolandosi nel dolore e lasciando trasparire tutta la sua tristezza. D’altronde ironia e complicità nel loro rapporto non sono mai mancate, dai primi incontri all’ultimo anno in lockdown.
La formula dell’amore (che non si spegne).