«L’incredibile storia dell’Isola delle Rose»: il nuovo film di Netflix con Elio Germano è una favola libera
Un paesaggio innevato, una strana macchina parcheggiata di fronte a un palazzo monumentale e un uomo seduto in un androne che si sfrega le mani cercando di riscaldarsi. L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, il nuovo film di Sydney Sibilia in arrivo il 9 dicembre su Netflix, inizia come una pellicola di Wes Anderson, offrendo agli spettatori un frame di quella che sembra una favola moderna nei toni pastello. Peccato che la storia non sia un’invenzione, ma sia tratta da un fatto poco conosciuto che ha dell’incredibile: nel maggio del 1968, un ingegnere bolognese di nome Giorgio Rosa ebbe l’idea di costruire un’isola in acque intercontinentali proclamandola Stato indipendente, con la propria valuta e i propri francobolli. Si trattava di una piattaforma di 400 metri quadrati montata al largo della costa riminese che, con il tempo, divenne il simbolo di una libertà incondizionata, smarcata da qualsiasi giurisdizione imposta dall’alto.
https://www.youtube.com/watch?v=I_bl2Dyu5IgIl sogno durò poco, ma permise al mondo di evadere da una realtà assediata dal boom economico e dai movimenti di contestazione che cominciavano a farsi largo nell’Italia della fine degli anni Sessanta. A interpretare il protagonista è Elio Germano che, con accento bolognese, presta il volto all’ingegnere sognatore Giorgio che, per dimostrare alla bella Gabriella (Matilda De Angelis) di poter realizzare qualsiasi cosa, mette in piedi un regno che accoglie tutti e che lei sminuisce paragonandolo a un’enorme discoteca galleggiante: «Oggi l’idea di libertà è declinata al ribasso. Oggi bisogna lottare per la libertà di accedere alle cure mediche, all’istruzione, alle dimore. Manca una condizione basilare per poter sognare qualcosa di più» racconta Germano in collegamento video, sorpreso dal fatto che all’epoca tutti facevano a gara per fare la cosa più strana mentre oggi tutti cercano di omologarsi agli altri seguendo la massa. A completare il quadro messo a punto dal regista Sibilia e dal produttore Matteo Rovere, che hanno conosciuto il vero Giorgio Rosa prima che morisse, è anche un cast di prim’ordine che va da Luca Zingaretti nel ruolo del presidente Giovanni Leone a Fabrizio Bentivoglio in quello di Franco Restivo, il ministro che dichiarò guerra all’Isola delle Rose e ne pianificò la distruzione.
L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, però, è anche un film sull’amicizia: a credere nel mito fondativo dell’isola, che è stata ricostruita nell’Infinity Pool di Malta, dei grandissimi studios immersi in piscine con all’interno l’acqua del mare, sono, infatti, cinque improbabili compagni: il «premier» Giorgio, il tedesco W.R. Neumann (Tom Wlaschiha), il bevitore allegro Maurizio (Leonardo Lidi), il taciturno Pietro (Alberto Astorri) e la frizzante barista Franca (Violetta Zironi). Sono loro cinque, insieme alla Gabriella tanto amata da Giorgio, a stringersi per mano quando l’Andrea Doria si posiziona davanti all’Isola delle Rose per farla saltare in aria. E sono sempre loro cinque a credere di aver trovato il loro posto nel mondo e a combattere per un ideale che forse oggi appare scontato o di poco conto. «È una storia di subumani» aggiunge Matilda De Angelis non allontanandosi poi tanto dalla realtà: nonostante la storia sembri talmente assurda da credere facilmente che sia stata inventata – Sydney Sibilia e Francesca Manieri hanno lavorato alla sceneggiatura per un anno e mezzo -, L’incredibile storia dell’Isola delle Rose dimostra, con tanta poesia e delicatezza, che è ancora possibile sognare pur restando con i piedi per terra. Una lezione a cui Grøenlandia, la casa di produzione fondata da Matteo Rovere e Sydney Sibilia, crede tutti i giorni confezionando prodotti di altissimo livello, pronti a misurarsi nel mercato internazionale.