Tommaso Paradiso al Vanity Fair Stories: «L’apprensione emotiva mi rende vivo»
Aver diretto, nel pieno dell’estate, il numero di Vanity Fair intitolato Ricordami è stata una delle esperienze che Tommaso Paradiso porterà per sempre nel cuore. «È stato meraviglioso, una delle cose più belle che abbia fatto a livello artistico perché sono riuscito a raccontare tanto di me stesso, una cosa che non è tanto facile fare attraverso le canzoni» rivela Tommaso durante la terza edizione di Vanity Fair Stories, in collegamento con Malcom Pagani. Che Paradiso abbia voglia di raccontare il mondo che lo circonda era chiaro non solo dalla sua musica e dalla direzione del giornale, ma anche dal suo nuovo impegno come regista.
«Mi sto cimentando in questa nuova forma d’arte facendomi guidare dalle suggestioni, dalla musica e dai colori. Sto lavorando nel cinema come lavoro nella musica, attraverso un circuito che coinvolge più persone, ricreando lo stesso clima che si respira quando lavoro ad un disco» insiste Paradiso che, nella fase di messa a punto, temeva che dirigere un film fosse un’impresa troppo «titanica» per poterla svolgere nel migliore dei modi. «Nella fase di preparazione, ossia in quei giorni in cui strutturi il film con tutta la troupe, mi sono, però, sentito a mio agio. Ho avuto la fortuna di avere una produttrice che mi ha messo a disposizione un team di superstar non solo a livello di attori, ma anche come staff, dalla prima all’ultima unità. La mattina ci svegliamo col sorriso, non vediamo l’ora di arrivare lì e, quando rivedi il frutto del tuo lavoro, il brividino c’è».
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«Ricordami», il nuovo numero di Vanity Fair diretto da Tommaso Paradiso celebra un'estate che non dimenticheremoL’entusiasmo, dopotutto, continua a essere il sentimento che più appartiene alla filosofia di Tommaso Paradiso: «Nonostante abbia 37 anni, sento di avere l’entusiasmo di un ragazzo, quel piacevole imbarazzo. È l’arma che mi fa andare avanti: se un giorno mi annoiassi di fare sempre le stesse cose, quest’anima bambinesca mi consiglierebbe di mettermi di fronte a una nuova scoperta. È questo il motore che spinge l’essere umano ad andare sempre avanti». E se a contare nella sua vita è soprattutto l’emozione – «Quando il lavoro e la fatica sono fini a sé stesse diventano pesanti» – , Paradiso è fermamente convinto di una cosa: chi va avanti oggi è solo colui che non si adagia sugli allori e non vive con trionfo il presente. «Non ho mai pensato di essere arrivato: penso sempre alla prossima canzone, a quale sarà la prossima mossa, a cosa in questo momento fa appassionare le persone e cosa le farà appassionare nel futuro. Vivo in uno stato di apprensione emotiva che da un lato non mi fa godere tantissimo le cose, ma dall’altro mi fa produrre, mi rende ancora vivo, facendomi ricordare quel pischello che guidava il furgone tanti anni fa e che ora sta vivendo il suo sogno». Cosa lo sorprende ancora, però? «A volte mi sorprendo per delle cose che ho dato per assodate nella mia vita, per quel film che avrò visto almeno 35 volte, o per la musica che avrò ascoltato miliardi di volte. La sorpresa è l’attitudine dell’anima, del corpo».