Decreto ristori bis, quali (e quanti) aiuti si possono chiedere
Il Decreto ristori bis, approvato nella notte tra venerdì 6 novembre e sabato 7 novembre, dal Consiglio de Ministri, ha portato con sé la promessa di nuovi e più efficaci aiuti, indirizzati a famiglie, lavoratori autonomi e imprese così da sostenerli nelle settimane del secondo lockdown.
Giuseppe Conte ha fornito un lungo elenco degli aventi diritto agli aiuti a fondo perduto, inserendovi diciannove ulteriori figure professionali tra cui babysitter, fotoreporter, ambulanti, dog-sitter e produttori di fuochi d’artificio. Ciascuna categoria, identificata attraverso il codice Ateco della propria partita Iva, potrà chiedere e ottenere un ristoro, godendo con ciò delle agevolazioni previste.
Il rinvio delle tasse, in parte ponderato anche nel decreto di agosto, è stato esteso a tutte le partite Iva delle zone rosse, la cui attività è soggetta a chiusura. Chi vorrà, dunque, potrà evitare di versare l’acconto inizialmente previsto per novembre, rimandandolo al 30 aprile prossimo. Inoltre, potrà, insieme alle attività sospese a livello nazionale, esimersi dal versare l’Iva e dall’applicare la ritenuta alla fonte. I versamenti dovuti e sospesi potranno essere saldati, senza applicazione di sanzioni o interessi, entro il 16 marzo 2021, in un’unica soluzione o attraverso la rateizzazione dell’importo in un massimo di quattro rate. Come l’iva, anche i contributi dovuti a novembre e dicembre potranno essere sospesi e saldati entro il 16 marzo.
I centri commerciali, costretti alla chiusura dal Dpcm, saranno destinatari di 200 milioni di euro, atti a garantire loro contributi a fondo perduto, mentre la dotazione del fondo prevista per il Trasporto Pubblico Locale salirà di 300 milioni di euro per il 2021. Novità poi per (alcune) famiglie. I lavoratori autonomi delle zone rosse per i cui figli sia disposta la chiusura delle scuole avranno un bonus babysitter da 1.000 euro. Nel caso poi in cui la prestazione di lavoro non possa essere effettuate in modalità smart, i lavoratori autonomi – e questi soltanto – potranno ottenere il congedo straordinario e un’indennità pari al 50% di quanto percepito mensilmente.