Covid, 7 cose da fare se le notizie ti mettono ansia
Prendersi una pausa dai social, non sentirsi soli, confidarsi e attivarsi: come contenere gli effetti più stressanti dei continui aggiornamenti sulla pandemia
Gli aggiornamenti continui. I numeri che crescono. I bilanci, le analisi, le inchieste a ripetizione, la speranza che arriva dalla scienza. E poi i progetti saltati, i sonni poco tranquilli, lo stress psicologico. E la difficoltà di ricostruire, programmare, ripartire con la propria vita nel pieno di una pandemia che ha sconvolto il pianeta, quella da coronavirus, come neanche nel più oscuro del titolo di fantascienza in salsa catastrofista. Facile finire preda di paure, ansie e angosce.
L’informazione, fondamentale in questa fase, può metterci del suo. Non solo per ragioni specifiche ma proprio in virtù del ciclo continuo di aggiornamenti di cui è fatta e che spesso sembrano non lasciare spazio e distanza all’elaborazione, alla riflessione e alla comprensione. Numeri, diagrammi, grafici, flussi, opinioni continue, titoli e lanci, dichiarazioni spesso discutibili, scenari possibili subito trasformati in qualcosa di diverso. Secondo un’indagine condotta all’Istituto Piepoli per l’Ordine nazionale degli psicologi in occasione della Giornata nazionale della psicologia, che si è celebrata l’11 ottobre in concomitanza della Giornata mondiale della salute mentale, lo stress è diventato ormai compagno quotidiano: «Dopo un marginale calo estivo, i livelli di stress sono di quasi dieci punti percentuali più alti di quelli che registravamo prima dell’inizio dell’emergenza. Se all’inizio lo stress era legato quasi esclusivamente alla paura del contagio, oggi cresce sempre più l’ansia per le conseguenze economiche. Perdere il lavoro o faticare a trovarlo, vivere una nuova crisi economica: questo spaventa gli italiani e soprattutto i più giovani».
Cosa fare, dunque, per tentare di tenere sotto controllo lo stress almeno sotto il profilo della dieta mediatica? Il primo suggerimento dei sette messi in fila dall’HuffPost Usa è tenere presente che le nostre sensazioni sono naturali. Occorre cioè accettare che qualsiasi cosa proviamo – rabbia, ingiustizia, confusione – è una naturale reazione umana alla situazione eccezionale. Per questo la seconda raccomandazione è essere gentili con sé stessi, trattandosi – consigliano gli esperti – come si tratterebbe un buon amico. Osservarsi con pazienza e impegnarsi in attività che ci danno gioia. Se rimanete colpiti da una notizia che vi agita, dovreste chiedervi se approfondirla vi possa effettivamente aiutare o non produca solo dolore e fastidio.
Terzo suggerimento è quello di mettere a dieta il regime mediatico. In particolare i social media. Esagerare con le piattaforme, ma anche con le notizie tradizionali, può innescare emozioni negative. Dovremmo dunque provare a prenderci una pausa da certi temi e concentrarci su altri, almeno per un po’. Così come tentare di dipendere meno da Facebook, Instagram e dintorni a meno che non ci diano sollievo dall’angoscia giornaliera. Apritevi, poi, con i parenti e gli amici, specialmente se questa fase vi ha colpito da vicino. Il dolore può sciogliersi prima se è condiviso con gli altri, specialmente con una persona che possa farci da confidente e che possa disinnescare almeno in parte tristezza, rabbia e paura.
Quinto punto: entrate in azione, denunciate le cose che non funzionano, magari facendosi coinvolgere da organizzazioni civili, insomma tradurre la rabbia in energia, lo stress iperinformativo in azione collettiva, in volontariato, in contributo alle campagne che più ci toccano da vicino. Un altro suggerimento è un grande classico della psicologia: occorre concentrarsi solo su ciò che siamo in grado di controllare. Il consumo e la quantità di news è una di esse, il loro contenuto purtroppo no. Invece di spendere energie mentali su cosa avremmo potuto fare diversamente dovremmo sottolineare ciò che invece abbiamo potuto fare per noi stessi, per le persone che amiamo e per gli altri. Se può esservi d’aiuto, mettete per iscritto gli aspetti su cui potete in effetti dire qualcosa e avere margine d’intervento. Sul resto, inutile affliggersi per ciò su cui non possiamo intervenire.
Infine, non pensate di essere soli. Altri, è vero, potrebbero non capire a fondo la fase che state attraversando, quel lampo di buio che intravedete e che le notizie continue continuano ad alimentare. In un modo o nell’altro, tutti stanno combattendo con la pandemia. Tutti, nel mondo, hanno visto la propria esistenza cambiata, sospesa, interrotta, piegata da Sars-Cov-2. Fra le notizie, cercate dunque quelle che vi trasmettano una prospettiva di futuro possibile, che analizzino in modo razionale la situazione (no ai titoli strillati, alla speculazione sul catastrofismo, agli studi senza fonti e spiegati in modo sommario) che la pongano in relazione al passato e che vi migliorino dal punto di vista personale e culturale.