San Lorenzo, è la notte delle stelle cadenti
Un tempo si pensava fossero le lacrime del Santo, di San Lorenzo. Ora la scienza ha spiegato che è uno sciame meteoritico, ma il fascino delle stelle cadenti resta immutato. Il 10 agosto è il giorno canonico, ma ci sono i giorni successivi per vedere al meglio la pioggia di meteore. Il picco delle Perseidi nel 2020 è nelle notti fra martedì 11 e giovedì 13, in particolare nella prima, secondo la guida all’osservazione fatta dal Virtual Telescope. Al massimo si possono osservare mediamente fino a 100 meteore per ora, a patto di osservare nella seconda parte della notte.
COSA SONO LE STELLE CADENTI
In realtà le stelle cadenti si chiamano Perseidi, perché le si vede vicino alla costellazione di Perseo, e sono meteore. Il fenomeno della caduta è dovuto all’impatto con l’atmosfera delle polveri lasciate dei passaggi della cometa Swift-Tuttle, scoperta nel 1862, il cui ultimo passaggio risale al 1992 perché questo astro chiomato periodico ritorna ogni 135 anni circa. Bruciano e lasciano una scia nel cielo.
È stato l’astronomo italiano Giovanni Schiaparelli, nel XIX secolo, a collegare meteore e cometa. Il fenomeno è ciclico, visibile tutti gli anni. I Romani lo interpretavano come una pioggia propizia. Era il dio Priapo a mandarla per fecondare la terra dei campi.
PERCHÉ SAN LORENZO
La tradizione popolare collega il fenomeno astrale al martirio di San Lorenzo, che venne bruciato nel 258, la cui ricorrenza si celebra proprio il 10 agosto. Le lacrime ricordano i carboni ardenti del martirio.
GIOVANNI PASCOLI
La fama della notte di San Lorenzo è stata amplificata anche da una poesia: X agosto di Giovanni Pascoli. Il poeta la compose in memoria del padre Ruggero, assassinato in circostanze misteriose il 10 agosto 1867. L’incipit è questo: «San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l’aria tranquilla arde e cade, perché si gran pianto nel concavo cielo sfavilla».
COME VEDERLE
Non serve il telescopio, basta un punto buio.Per il 2020 le condizioni osservative delle Perseidi saranno migliori rispetto al 2019, seppur non ideali. La Luna sarà all’ultimo quarto martedì 11 agosto. Si può osservare a qualsiasi ora, ma nella seconda parte della notte c’è un sensibile aumento dell’attività meteorica. All’alba, spiegano dal Virtual Telescope, «l’osservatore è sulla parte della Terra che avanza lungo la propria orbita verso le polveri cometarie, dunque è come se vedesse dal “parabrezza”, anziché dal “lunotto” posteriore del nostro pianeta».