L’appello del principe Carlo: «Dobbiamo proteggere il pianeta per i nostri nipoti»
A parlare a favore dell’ambiente è stato, questa volta, il Principe Carlo. «Tutto ciò che, negli ultimi cinquant’anni, ho provato a fare, ciò di cui ho sentito l’urgenza è stato sempre con i nostri figli e i nostri nipoti in testa», ha detto il figlio della Regina Elisabetta II, ospite della Sustainable Markets Iniziative e del World Economic Forum. «Quel che posso fare, oggi, è incoraggiare tutti noi a pensare in grade e agire adesso. Spero solo che, una volta passata questa crisi, si possa riflette e dare forma al mondo che vogliamo per noi stessi e per le future generazioni», ha detto ancora Carlo, il cui primo discorso in materia ambientale risale al 1968.
Il Principe, che mercoledì ha parlato di come sia necessario trovare un equilibrio tra la natura e l’umanità, ha sottolineato il ruolo del Coronavirus nella riflessione odierna. «La minaccia dovuta a questa terribile pandemia ci è crollata addosso senza preavviso, ci ha colti impreparati. La minaccia dovuta al cambiamento climatico è stata più graduale, ma resta una realtà devastante per molte persone e per i loro mezzi di sostentamento. Il cambiamento climatico ha un potenziale distruttivo maggiore del Coronavirus», ha continuato il Principe Carlo, ricordando come gli ultimi anni abbiano visto l’insorgere di diverse patologie. La Sars, Ebola, l’Aviaria. Virus che «hanno origine nel mondo animale. Cambiare la relazione tra la natura, gli animali domestici e l’uomo rende le pandemie più probabili ed è perciò che noi dobbiamo ripristinare un equilibrio con il mondo naturale. Dobbiamo ripristinarlo con azioni decisive sul cambiamento climatico e attraverso il rispetto delle biodiversità. Dobbiamo stimolare un’economia circolare che restituisca alla Natura quanto le chiediamo. Il cibo non è frutto di una magia e quel che le ultime settimane ci hanno insegnato è che non possiamo darlo per scontato», ha concluso il Principe Carlo, chiedendo a chi lo voglia ascoltare di prediligere l’agricoltura locale e di sostenere il lavoro dei contadini.