Liberato: chi è l’artista (misterioso) che da nuova vita alla canzone napoletana
Il mese scorso è uscito su Netflix un nuovo film italiano, Ultras, del promettente regista Francesco Lettieri. Il film è ambientato nel mondo del tifo organizzato attraverso una storia che vede protagonista Napoli e i suoi tifosi. Ha delle assonanze con un’altro film uscito quasi trent’anni fa, Ultrà di Ricky Tognazzi, che però aveva come protagonisti i tifosi della Roma. Franco Lettieri è al suo primo lungometraggio ma il suo nome è da anni molto legato all’ultimo indie pop italiano; ha infatti girato molti videoclip di artisti che nel corso degli anni hanno contributo e dato successo commerciale al genere, come i Thegiornalisti, Giorgio Poi, Calcutta e Motta. Anzi, visto l’importanza enorme e che i videoclip hanno ormai acquisito in campo musicale, non sarebbe sbagliato non considerare Francesco Lettieri uno dei protagonisti «non musicista» dell’ultima ondata musicale italiana. Tra i più conosciuti però c’è ne uno in particolare, quello di «9 maggio» di Liberato che ha scritto e composto la colonna sonora di Ultras e che è di fatto il secondo disco del misterioso cantante napoletano.
https://www.youtube.com/watch?v=73Ns52Cb7_ALEGGI ANCHE
Chi è Tha Supreme, che da Fiumicino ha conquistato il rap italianoLiberato non ha un volto, come non lo ha Myss Keta o anche Tha Supreme, l’ultimo fenomeno rap italiano o come il dj inglese Burial, uno degli artisti più influenti degli ultimi anni. Chi ha assistito ai suoi concerti ha visto una sagoma dietro la consolle da dj dove si poteva solo immaginare la sua fisionomia. In passato si era vociferato che dietro di lui ci fosse Calcutta.
Quello che lo identifica è il suo bomber blu sopra ad una felpa nera con il cappuccio tirato su a coprirne il capo e un fazzoletto che ne copre invece il volto. Non c’è nient’altro in giro su di lui e i suoi profili social sono mal curati o addirittura autentici gusci vuoti nel web come il suo Instagram. Non c’è praticamente niente, nessun tipo di indizio. Per lui ha sempre parlato la musica. Nel 2017 irruppe su YouTube con il video di 9 maggio e seguirono quelli di Tu t’è scurdat ’e me, Gaiola Portafortuna, Intostreet. Tutti pezzi che sarebbero stati inseriti nel suo primo disco LIBERATO uscito l’anno scorso.
Quello che sappiamo ormai bene è che è di Napoli, e che della città partenopea in questo momento è il cantore più conosciuto. Riprende la tradizione neomelodica ma con un’idea che unisce elettronica e r&b, dando così alla canzone popolare napoletana una nuova vita. È significativo anche il fatto che i primi ad accorgersi di Liberato non sono stati i ragazzini dei quartieri popolari della sua città, ma i loro coetanei di Milano o di Roma. Liberato è stato anche uno dei pochi artisti italiani ad aver avuto interesse anche all’estero. Chi conosce il Sónar di Barcellona sa che si tratta del festival elettronico più famoso del mondo e che essere scelto per la sua line up non è certo cosa semplice. Liberato ne ha fatto parte nell’edizione del 2018. Non un’edizione qualunque ma quella dell’anniversario del venticinquennale. Napoli e Barcellona, due città simili e non solo perché entrambe hanno visto giocare in casa propria Diego Armando Maradona. Sono città portuali, sinonimo di apertura al mondo e curiosità verso a tutto ciò che viene da fuori.
https://www.youtube.com/watch?v=AWQcDlHoE4oPer avere un’idea completa dell’immaginario di Liberato bisogna per forza dare un’occhiata ai suoi videoclip che come già detto nel suo caso hanno quasi la stessa importanza della musica. Gaiola Portafortuna tratta l’integrazione multi-culturale delle periferie ed è girato a Castel Volturno. 9 maggio racconta l’amore adolescenziale con una dedica dichiarata al Napoli Calcio che qualche anno fa era considerata la squadra più bella del calcio europeo. Chi veniva a giocare al San Paolo, lo stadio più sudamericano d’Europa, non giocava solo contro una squadra ma doveva affrontare una città intera. La visione di Francesco Lettieri si compensa perfettamente con la musica di Liberato e viceversa. Riferimenti a classici del cinema incontrano i film di coreani di Wong Kar-Wai e non mancano in certi casi – come nei titoli di coda di Niente – ringraziamenti a grandi registi come Hitchcock, Cassavetes, Kurosawa, Pasolini, Godard e Altman. Forse un po troppo didascalico ma certo è che questi video-cortometraggi, autentici gioiellini di storytelling, raccontano bene una città che da sempre adora mettersi in mostra. Non importa se sia lo scorcio del lungomare di Mergellina con Castel dell’Ovo all’orizzonte o il degrado del suo ventre. Sembra di sfogliare delle pagine dei fotoromanzi con tutto il loro armamentario kitsch, ma rivisti con occhio contemporaneo.
https://www.youtube.com/watch?v=RXYwmap44YoL’ultimo video pubblicato in rete è We Come From Napoli il pezzo che chiude il film e prodotto da Robert Del Naja, alias 3D dei Massive Attack, che per Napoli nutre da sempre un’amore incondizionato. Si è vociferato che fosse lui Banksy, lo street artist più famoso del mondo che guarda caso a Napoli ha lasciato la Madonna con la Pistola che è una delle pochissime opere dell’artista di Bristol presenti in Italia. Napoli è sempre stata raccontata nel mondo delle sue maschere; attori, cantanti e drammaturghi. Quelle di Pino Daniele, Nino D’angelo, gli Almamegretta, Massimo Troisi e Toto. E l’ultima che la rappresenta ha il bomber blu e la faccia nascosta da un bandana.
https://www.youtube.com/watch?v=xJosXQQ_6Ws