Codogno, il coronavirus raccontato dagli adolescenti
«Primo caso di Coronavirus a Codogno», un messaggio sul gruppo whatsapp della scuola e la notizia inizia a correre di aula in aula. Così Alice, 16 anni, ha saputo che il coronavirus era arrivato nel suo paesino di quindicimila abitanti. L’ultimo in cui pensava potesse davvero arrivare. «Poi mia mamma mi ha inviato un messaggio per dirmi che sarebbe rientrata prima dal lavoro. Subito ero scioccata. Nessuno si sarebbe mai aspettato una cosa del genere in un paesino piccolo come il nostro». Giulia, 17 anni, invece da subito ha pensato che si trattasse di una bufala. «Credevo fosse una fake news che girava da qualche giorno, poi quando ho realizzato la cosa mi sono preoccupata. Per calmarmi ci ho messo un po’» mi racconta tra un messaggio e l’altro su whatsapp.
la mia scuola ha mandato un comunicato dicendo che a partire da mercoledì verranno organizzate lezioni online e ci verrà dato il materiale da studiare
— ???? (@gggiulssss) February 24, 2020
Al secondo giorno di isolamento Giulia, Alice, Chiara, Roberto e la maggior parte dei giovani di Codogno si sono organizzati. In particolare con gruppi Whatsapp su cui passano gran parte delle ore quotidiane e passeggiate all’aria aperta, nella loro campagna. Con e senza mascherine. «Durante il giorno resto in casa con le mie due sorelline più piccole e mio papà. Per ora la noia non ha avuto ancora la meglio. Sia sabato mattina che oggi ho fatto un po’ di compiti. Sabato pomeriggio ho passato l’intero pomeriggio nel mio giardino con le mie sorelle a giocare e ballare, facciamo danza da ormai otto anni. Ieri pomeriggio sono andata a fare una passeggiata in campagna con le mie amiche e la farò anche oggi. Cerco di rimanere il più possibile attaccata a quella che è per me la mia quotidianità in modo da non annoiarmi o passare le giornate a pensare solamente a ciò che succede».
Ciò che succede non è rassicurante, i casi di contagio aumentano e con loro le misure restrittive. «Stamattina è arrivata la comunicazione del liceo che frequento qui a Codogno che probabilmente resterà chiuso fino all’8 marzo. Al contrario di quanto si potrebbe pensare non ho fatto i salti di gioia e nemmeno i miei compagni di classe. Dopo i primi pensieri alle verifiche posticipate, sono arrivati i messaggi del tipo “ma io voglio vedervi”. Non viviamo la quarantena come una vacanza».
nei supermercati si entra solo con la mascherina, ci sono i cartelli fuori
— ???? (@gggiulssss) February 24, 2020
Giulia le sue giornate chiusa tra le mura di casa ha iniziato a raccontarle online, così come diversi suoi coetanei. «Ho iniziato a raccontare sui social la quarantena perché io condivido molto della mia vita sui mie profili», mi racconta al telefono. Non pensava che qualcuno l’avrebbe trovata ma in poche ore i suoi tweet hanno fatto il giro del web. Il racconto delle 17 candeline spente in quarantena, la festa annullata, il vestito comprato ad hoc, l’uscita a Milano rimandata con l’amica. Vita quotidiana di una ragazza di 16 anni ai tempi del coronavirus e di un isolamento forzato. «Qui a casa con i miei genitori siamo abbastanza tranquilli, guardiamo dei film insieme, io parlo in videochiamata con i miei amici e loro su whatsapp. Per ora non ho molta paura, sono consapevole del fatto che i contagi aumenteranno tantissimo ma penso che piano piano la situazione si calmerà. Sono più preoccupata per i miei nonni che essendo anziani potrebbero prendere il virus. In particolare per la mia nonna paterna che due volte a settimana va a Lodi per fare la dialisi. Le hanno dato una mascherina da mettere quando sale nell’ambulanza fino a quando torna a casa, alcune ore dopo».
Anche Roberto, 27 anni, studente di Dietistica a Milano trascorre la maggior parte delle ore in casa, insieme alla sua famiglia. «Stiamo bene, la quarantena è una misura dura che serve ad arginare l’epidemia. Solo che non so cosa fare perché ho finito la sessione di esami, allora mi metto a studiare roba in più». E la paura la combatte con la conoscenza. «Non ho paura perché mi baso sulla scienza, che studio».
iniziati ufficialmente i blocchi pic.twitter.com/daw7ZnzUOY
— ???? (@gggiulssss) February 23, 2020
Mentre chattiamo, Alice m’invia le foto che girano a Codogno nelle ultime ore. Ci sono persone in fila davanti al forno, altre in attesa davanti alle farmacie del corso. «La quarantena per ora è piuttosto noiosa e in un certo senso anche spaventosa. Le notizie continuano ad arrivare e spesso non sono positive. Per ora sono uscita di casa solo ieri pomeriggio per fare un giro in campagna con le mie amiche e praticamente tutta Codogno era lì. Le giornate sembrano infinite e l’unica cosa che mi sta “salvando” sono i miei amici con cui mi tengo in contatto, in videochiamata h24. Parliamo come se fosse tutto normale e ogni tanto ci aggiorniamo su quello che sta succedendo».
Di messaggio in messaggio Alice mi racconta la sua quotidianità. «Oggi pomeriggio pensavamo di fare un giro in bicicletta in campagna, per ora stiamo cercando qualsiasi mezzo per divertirci come possiamo. Quindici giorni sono tanti senza avere niente di concreto da fare. All’esterno potrebbe sembrare esagerato però per noi ragazzi che siamo abituati a stare insieme è difficile». E anche dire che la paura c’è, non è semplice. «Il virus fa un po’ paura. I contagi sono stati molti quindi chiunque potrebbe averlo e magari essendo asintomatico non lo sa. Nello stesso tempo sono tranquilla poiché il tasso di mortalità e anche di contagio per la mia fascia è molto basso. L’unica cosa bella di questi giorni è stato il tramonto meraviglioso che ha reso meno brutta la giornata di ieri».