«L’Amica Geniale 2»: tra Lila e Lenù esplode la gelosia
Le amiche sono cresciute, smettono di leggere Piccole Donne appoggiate alle mura scrostate del Rione e iniziano una guerra fredda che le porterà, per forza di cose, alla resa dei conti, al momento dell’incomunicabilità. Quell’attimo lo assaporiamo nel terzo e nel quarto episodio di Storia del nuovo cognome, la seconda parte dell’Amica Geniale che Raiuno trasmette in anteprima mondiale. È lì che tra Lila e Lenù comincia a crearsi una frattura che diventerà sempre più grande, sempre più orrifica. Da una parte c’è lei, l’amica geniale che si è sposata e che il marito tratta alla stregua di uno «zero spaccato»; dall’altra c’è l’amica studiosa, quella che si impegna a fare tutto in ordine con la speranza di ottenere quello che Lila si è lasciata sfuggire dalle mani. Le due giovani donne procedono per binari paralleli, eppure complementari: qualsiasi cosa facciano sembra un modo per arrivare prima a una gara alla quale entrambe sentono di partecipare.
https://twitter.com/RaiUno/status/1229374937825267713Ce ne accorgiamo in un passaggio cruciale del terzo episodio, quando Lila spiega a Lenù che non riesce a disegnare una nuova collezione di scarpe perché «quelle scarpe le avevo fatte per te, per dimostrarti che oltre alla scuola potevo fare qualcos’altro». Lila, d’altronde, ha poche occasioni per restare fedele alla sua indole ribelle: a malincuore, passa le giornate ad aiutare il marito Stefano nella salumeria nuova, circondata dall’odore di calcina e di formaggio, di salumi e di pane. Ma, nel frattempo, accoglie con giubilo l’aborto spontaneo che la libera dalla condizione di madre che temeva l’avrebbe trasformata in qualcosa di diverso da sé: in un mondo dove i bambini venivano visti come un segno di Dio e il perderli come una maledizione senza perdono, Lila sorride come se si fosse liberata di un peso, come se la pancia vuota le avesse regalato un nuovo slancio vitale. Non ci vuole molto, però, per lasciare il posto all’invidia e alla rabbia: succede quando Lenù la invita alla festa in terrazza della professoressa Galiani, un elegante appartamento del centro nel quale decine di intellettuali discutono dell’economia e dell’atomica, di Salvatore Quasimodo e del comunismo. Argomenti che irritano Lila perché lontanissimi da quello che lei è diventata. «Credete di dover fare la recita per dover stare là» ribatte a Lenù facendole il verso della gallina. «Cocoricò, cocoricò» ride sfottendo i suoi sforzi per appartenere a un gruppo, per sentirsi accettata dalla «gente che conta».
Tra loro, manco a dirlo, c’è anche Nino Sarratore, il ragazzo che Lenù ama fin da bambina e che rappresenta per lei la cotta adolescenziale che non lascia scampo, l’oggetto del desiderio che è considerato al pari di una cosa sacra. Lila, dopotutto, l’aveva sfottuta anche su questo: «Tu sai tante cose, ma queste non sai come sono: io l’uomo lo tengo» spiega con aria cattiva adducendo al fatto che Lenù dell’amore e del sesso non sappia proprio niente. Il bisogno di dimostrarle che non è così arriva nel quarto episodio, eccezionalmente diretto da Alice Rohrwacher. I colori si fanno più saturi e l’intreccio più intricato: a Ischia, dove Lenù, Lila e Pinuccia tornano per approfittare dell’aria salubre dell’isola, la ragazza spera che con Nino qualcosa possa scattare davvero. Lui, come un Lucas Scott qualunque, glielo fa anche credere ma, all’ultimo, ecco spuntare Lila, che è sì una donna sposata, ma anche dotata di quella «genialità» che poi è il tormento alla base di tutta la quadrilogia dell’Amica Geniale: «Temevo sempre di essere la sua ombra scialba» racconta Lenù intrappolata nell’ansia di apparire sempre un passo indietro rispetto a Lila, tanto nella professione quanto nel lavoro. È proprio questo il motivo che spinge le due ad allontanarsi pian piano: l’adolescenza porta con sé il dramma e la commiserazione. Sentimenti che la Rohrwacher rappresenta in maniera sublime contribuendo a rendere la seconda stagione dell’Amica Geniale ancora più intrigante e immersiva: le cotte, in fin dei conti, le abbiamo avute tutti e ritrovarsi nei panni di Lenù non potrebbe essere più facile.