Kate Middleton: «Quando i tuoi figli ti dicono “Mamma, perchè non ci accompagni a scuola?”»
I sensi di colpa? Nessuna mamma ne è immune. Parola di Kate Middleton. La duchessa di Cambridge, che di figli ne ha tre (George, 7 anni, Charlotte, 4 e Louis, quasi 2), si è raccontata senza filtri per la prima volta nel podcast Happy Mum, Happy Baby, aprendosi sulle difficoltà dell’essere genitori a cui nemmeno lei è immune.
Kate, infatti, ha rivelato di «sentirsi in colpa come madre» quando deve lasciare i suoi figli per svolgere i compiti reali. «George e Charlotte mi dicono cose tipo” Mamma, come hai potuto non accompagnarci a scuola stamattina?». Kate sa di essere privilegiata rispetto alle altre madri ma sostiene che la sostanza non cambia: «È una sfida costante: la ascolti più e più volte da tutte le mamme, anche dalle mamme che non lavorano e non sono spinte nella direzione di doversi destreggiare tra vita lavorativa e familiare», ha continuato, «C’è sempre qualcosa per cui sentirsi in colpa. Nessuna madre ne è immune. E se dice di non provarli, mente».
Quando hai un figlio, ha fatto sapere ancora la duchessa, «Metti sempre in discussione le tue decisioni, i tuoi giudizi e cose del genere». La 37enne, che ha fatto della tutela della maternità e dell’importanza dell’infanzia la sua prima causa reale, nel corso del podcast con Giovanna Fletcher 5 Big Questions on the Under Fives ne ha approfittato per promuovere il suo sondaggio («che cosa conta per loro nell’educazione dei loro figli»). In una delle risposte Kate ha parlato per la prima volta anche del suo primo parto e delle foto sui gradini dell’ospedale: «È stato leggermente terrificante», ha detto Kate nel corso della trasmissione. «Tutti erano stati così bendisposti e sia io che William sapevamo che questo era qualcosa di cui tutti erano entusiasti, siamo estremamente grati per il supporto che le persone ci hanno mostrato e per noi era importante condividere con loro quella gioia, ma allo stesso tempo avevamo un neonato, eravamo genitori inesperti, con l’incertezza di ciò che significava, quindi c’era ogni sorta di emozioni contrastanti».