Vigevano, chiude il calzaturificio Gravati: 50 a casa
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A fine agosto lo stop dopo 112 anni. L’imprenditore: «Crollo degli ordinativi e non ho trovato acquirenti per l’azienda»
VIGEVANO
Dopo più di 100 anni, chiude lo storico calzaturificio Gravati. Ad annunciarlo è stato il sindaco Andrea Ceffa nel consiglio comunale di giovedì, e la notizia è stata poi confermata direttamente dai due fratelli Gravati, Cesare ed Ettore.
«A fine agosto – spiega Ettore Gravati – chiudiamo l’azienda per raggiunti limiti d’età». La fabbrica è stata fondata nel 1909 con l’obiettivo di creare e realizzare calzature di alta qualità, non c’era una possibilità di proseguire cercando magari un acquirente? «Con la pandemia Covid 19 – prosegue l’imprenditore – non abbiamo avuto ordinativi sufficienti per poter continuare a lavorare, quindi chiudiamo».
Con la chiusura dei cancelli di via degli Orti 36 resteranno senza lavoro tutti i 50 dipendenti. «L’azienda è in vendita – ribadisce Gravati, – ma bisogna trovare l’acquirente, per ora non ho avuto alcuna offerta interessante».
Sul sito internet dell’azienda si legge che «le scarpe Gravati sono confezionate da esperti artigiani e tecnici che, attraverso un'accurata ricerca di mercato, realizzano un prodotto, sempre aggiornato, con stile classico e signorile».
Lavoratori a rischio
«L’azienda è molto vecchia, sia come macchinari che come “metodo” di lavorazione – dice Luigi Grechi, presidente di Confartigianato, – ma è proprio questa la caratteristica dei prodotti che realizza». I 50 dipendenti avranno la possibilità di reinserirsi nel mercato calzaturiero? «È un grosso punto di domanda – prosegue Grechi. – Sicuramente quel tipo di scarpa richiede una lavorazione particolare, quasi unica, quindi non saprei dire se i lavoratori della Gravati, che hanno competenze specifiche, potranno inserirsi più o meno facilmente in un altro calzaturificio. Purtroppo poi siamo anche in una fase in cui quel tipo di scarpa non ha mercato. La scarpa Gravati è tutta pelle e cuoio. Sono bellissime scarpe in stile classico, ma non stanno facendo tendenza, anzi non hanno mai seguito o dettato le tendenze».
«L’azienda è già in liquidazione – conferma Michele Fucci, segretario della Filctem Cgil Pavia. – I lavoratori stanno andando avanti con contratti di solidarietà che dureranno fino a fine agosto. I fratelli Gravati hanno sempre pagato i dipendenti, sono persone encomiabili da questo punto di vista. Purtroppo però, quel tipo di scarpa non ha quasi più mercato e quindi, vista la loro età e la pandemia che ha quasi azzerato gli ordinativi, non si può far altro che chiudere. Dopo le ferie faremo ancora un’assemblea, e parleremo della Naspi (sussidio di disoccupazione, ndr) che i dipendenti riceveranno per un periodo massimo di due anni. Nel frattempo, proporremo dei corsi di formazione gratuiti a chi è interessato, nel tentativo di aiutare queste persone a trovare un altro lavoro nel mercato calzaturiero».
Ma chi sono i dipendenti Gravati? «Posso solo dire che sono in maggioranza le donne - conclude Fucci, – e che sono quasi tutti vigevanesi di età compresa tra i 45 e 60». —
Selvaggia Bovani