“Norma” all’Abbado Nel melodramma il trionfo femminile «Sacrifici e riscatti»
L’opera di Bellini diretta da Osti il 1° luglio sarà poi a Cento Nella storia si ritrova anche la Commedia dantesca
La lirica torna a teatro con un’opera affascinante, “Norma”, pietra miliare del melodramma italiano dell’Ottocento. “Norma” di Vincenzo Bellini, su libretto di Felice Romani, va in scena oggi alle 20.30 al Teatro Comunale Abbado (corso Martiri della Libertà, 5), per la regia di Maria Cristina Osti. Una produzione Fondazione Teatro Comunale di Ferrara in coproduzione con Associazione Parma e OperArt APS e Fondazione Teatro “Borgatti” di Cento.
Norma sarà poi ospitata anche alla Reggia di Colorno per Summer Reggia Opera Festival (il 29 giugno) e in piazzale Rocca (il 1° luglio) a Cento nell’ambito della rassegna Cento Notti d’Estate. “Norma” è l’ultimo appuntamento all’interno del teatro ferrarese per l’estate. La stagione estiva del Teatro Comunale di Ferrara, infatti, proseguirà in esterna, nelle piazze della città.
LA STORIA
Norma è interpretata dal soprano Renata Campanella, mentre Pollione da Fabio Armiliato, tra i tenori più rilevanti della scena lirica internazionale. Il tema della scissione tra amore e vocazione è quello che impernia Norma. La storia è ambientata al tempo dei Celti, in una foresta sacra dei Druidi. Norma è una sacerdotessa del culto celtico. Si è consacrata a Dio, ma per amore tradisce la sua vocazione. Dall’amore per Pollione ha due figli. E con loro, porta in grembo anche la sua scissione: da un lato la ieratica sacerdotessa, dall’altro la donna che si confronta con l’amore e la maternità, che si scontra con la gelosia. Rilevante in “Norma”, per la regista Maria Cristina Osti, è la metamorfosi femminile nell’opera. «Nel settimo centenario dalla morte di Dante Alighieri l’opera belliniana rievoca in sé la Commedia dantesca permettendo ad ognuno di riconoscere l’umanità che circonda entrambe le opere. L’inferno è vivo, umano, tangibile, violento e passionale così come il mondo che troviamo in Norma», spiega Maria Cristina Osti. «La libertà individuale, che sta nella capacità di scegliere tra le diverse strade, ha come conseguenza una assunzione di responsabilità. Nulla è casuale come la bufera finale dettata dalla scelta della morte come ultimo sacrificio, perseguendo quella libertà di cuore che vince ogni ragione. Il conflitto interiore di Norma è per lei un Purgatorio: disposta a sacrificare il bene più prezioso, i figli, per punire la fellonia di Pollione e il suo peccato», prosegue la regista. Per Osti «è il trionfo del femminile: generosità, rinuncia, sorellanza, riscatto, sacrificio sublimato nella catarsi paradisiaca finale».
SUL PALCO
Oltre a Renata Campanella e Fabio Armiliato nei panni rispettivamente di Norma e Pollione, Yulia Merkudinova è Adalgisa, Alberto Bianchi Lanzoni è Oroveso, e poi Vittoria Brugnolo (Clotilde), Stefano Colucci (Flavio), Diana Rivaroli e Francesco Ferri (Due Fanciulli), Daniela Patroncini e Paolo Garbini (Mimi). Gli attori sono di Operiamo e Casa della Musica e delle Arti. Le scene sono a cura di Alessandro Ramin, le luci a cura di Marco Cazzola. Direttore di scena è Kaori Suzuki. Lo spettacolo vedrà la presenza anche dell’Orchestra Città di Ferrara, che suonerà dal vivo. Direttore d’orchestra è Lorenzo Bizzarri, con il Coro “G. Verdi” di Ferrara diretto da Mirko Banzato. Durata 150 minuti compreso un intervallo. Posti da 15 a 20 euro. Per info e biglietti: biglietteria@teatrocomunaleferrara.it, 0532. 202675. —
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