Vertenza contro l’ospedale a Padova: poco personale, salta 172 giorni di ferie: verrà pagata
Infermiera in pensione in arretrato di quasi 6 mesi, pari a 16 mila euro: «Mancava organico, non potevo stare a casa»
PADOVA. Ha lavorato per 22 anni in Azienda ospedaliera prima di andare in pensione a dicembre 2018. Nicoletta Marchi, infermiera caposala del reparto di Ginecologia e Ostetricia, al momento di dare le dimissioni si è trovata con 172 giorni di ferie non godute.
Il che vuol dire 16.095 euro che l’ospedale avrebbe dovuto corrisponderle al suo pensionamento e che invece non e ha voluto sapere di darle. Per questo motivo l’infermiera, sostenuta dalla Fp Cgil, si è rivolta all’avvocato Barbara Margherita e ha intentato una causa. Di pochi giorni fa è la sentenza di primo grado che condanna l’Azienda ospedaliera al pagamento.
Una prima vittoria per la lavoratrice che auspica il suo sia un precedente perché cambi il sistema. «Ho lavorato in Azienda ospedaliera dal 1996 con grandissima passione e dedizione. Le ferie che non ho fatto non sono certo state una “furbata”, anzi, ogni tanto sarei stata volentieri a casa ma non potevo. A causa dell’attività frenetica e della grave carenza di personale, da coordinatrice del reparto non potevo assentarmi e lasciare il mio posto scoperto» spiega Nicoletta, «Negli anni il mio ruolo è stato gravato da una serie di compiti importanti che prima i coordinatori non avevano, come ad esempio stilare il piano ferie. Mancare un paio di giorni dal reparto per me voleva dire trovarmi il doppio del lavoro al rientro».
Quando l’Azienda le ha detto chiaramente che non le sarebbe stato corrisposto nulla per le ferie non godute, l’infermiera aveva chiesto di poter donare le proprie ferie a una collega. «Nonostante ci sia un accordo integrativo interno che prevede questa possibilità, mi hanno detto che non potevo farlo». Così all’infermiera non è rimasto che andare per vie legali.
E questo non è certo un caso isolato. La Cgil e l’avvocato Margherita stanno seguendo altri due sanitari nella medesima situazione: un infermiere in pensione che avanza 42 giorni di ferie per 3.500 euro e un dirigente medico, ancora in servizio ma con contratto dell’Università, che avanza 84 giorni di ferie per 16.500 euro.
«Le prime udienze di questi altri due casi si terranno verso novembre. Per quel che riguarda invece la sentenza di primo grado dell’infermiera sappiamo già che l’Azienda ospedaliera farà ricorso» sottolinea l’avvocato Margherita. «Il problema non è solo una questione di retribuzione, ma anche di tutela dei lavoratori per i quali il non riposo può essere causa di malattie o errori nel lavoro» aggiunge Alessandra Stivali della Cgil. Una criticità che dopo il periodo di emergenza Covid, in cui i sanitari non hanno certo goduto di grandi ferie, si farà sempre più pressante.
Per questo Cgil, Cisl e Uil chiedono un tavolo con l’Azienda ospedaliera dove avanzeranno la richiesta di apportare delle modifiche all’Angolo del dipendente, il portale web a cui accedono i lavoratori dell’ospedale per vedere busta paga e altri dati. «Vogliamo installare nel portale un contatore di ferie, un sistema che le renda tracciabili. Il problema si crea perché non c’è la possibilità di dimostrare che le ferie sono state richieste e c’è